Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website I tesori di Minervino di Lecce

I tesori di Minervino di Lecce

Il nome della dea Minerva sembra echeggiare su quello di Minervino di Lecce, incantevole borgo del Salento sud orientale. Leggenda vuole infatti che potrebbe derivare dalla antica presenza di un tempio consacrato alla dea, ma anche che il nome derivi dall’antica Castrum Minervae, i cui abitanti, dopo la distruzione della città, si rifugiarono nell’entroterra fondando l’attuale abitato.

Ad ogni modo, un sito abitato da tempo immemorabile, come testimoniano i dolmen e i menhir che si incontrano sul territorio. Facciamo un viaggio fra le tante bellezze storico artistiche di questo borgo!

Lo stupendo rosone preannuncia la chiesa madre di san Michele Arcangelo, riedificata intorno alla metà del Cinquecento sulle fondamenta di una precedente di cui si ha notizie a partire dal 1486 in occasione della visita del vescovo Serafino da Squillace.

I probabili ideatori ed edificatori dell’edificio furono l’architetto Gabriele Riccardi (famoso artista del barocco leccese) e il suo allievo, lo scultore Giovanni Maria Tarantino di Nardò. Fu portata a compimento nel 1573.

Anche l’interno è incantevole.

Molto curiosa è la parete sterna della chiesa…

…ricca di iscrizioni graffite che raccontano alcune nevicate fuori stagione…

…qui sopra vediamo questa segnalazione del 1716, che racconta come il 4 aprile nevicò tutto il giorno…

…e poi ancora…

…fino al 31 marzo 1816, che vide ancora la neve protagonista. A questo proposito vi rimando ad un approfondimento, che riguarda tutto il Salento.

Qui siamo presso la chiesa della Madonna delle Grazie (XVII secolo), caratterizzata per il piano molto più basso di quello stradale. Infatti, vi si entra scendendo dodici scalini.

Magnifico l’altare barocco seicentesco.

A ricordarci cupi periodi in cui bisognava difendersi da improvvise incursioni turche, c’è Palazzo Venturi, una severa struttura cinquecentesca che può essere considerata una vera e propria fortezza. Si distribuisce su due piani e in corrispondenza delle finestre e del portale d’ingresso sono posizionate alcune caditoie che servivano a difendere l’edificio dagli attacchi stranieri. Di particolare valore artistico è il portale bugnato sul quale campeggia lo stemma dei Venturi.

Oggi questo luogo, completamente rimesso a nuovo, è un luogo di accoglienza: Dimora Duchessina. 

Nelle sue sale si respira il profumo della storia…

A pian terreno c’è la prigione, in cui restano numerosi graffiti che ne raccontano la storia minima. Sopra vediamo una grande nave, un soggetto che abbiamo ritrovato in gran quantità lungo le nostre strade (scarica da questa pagina l’approfondimento).

E qui sopra invece l’ostensorio, che ci fa pensare a qualcuno molto devoto, rimasto prigioniero fra queste mura.

Il palazzo custodisce alcuni libri antichi molto pregiati…

…e sopratutto un ciclo di affreschi molto belli, che raccontano episodi dell’Antico testamento, che hanno il pregio di essere raffigurati con abbigliamento e paesaggi cinquecenteschi…

…e così, il viaggio indietro nel tempo è ancora più facile…

…alzando gli occhi verso l’alto…

…rivivremo battaglie, dame e cavalieri d’altri tempi!

La chiesa di San Pietro risale al Quattrocento. Particolarità della chiesa è l’epigrafe posta sull’architrave del portale laterale che recita: “Comu lu lione et lo re della nimali cu si Menerbino et lo re de li casali. A.D.M.CCCCLXXIII”, tradotta in italiano: “Come il leone è il re degli animali così Minervino è il re dei casali. A.D.M.CCCCLXXIII”.

Il borgo custodisce anche alcune cappelle storiche…

…qui, sulla facciata, campeggia l’iscrizione “non gode asilo”, che stava a indicare che i malfattori che vi si rifugiavano per essere protetti dalla polizia non erano al sicuro. E’ una situazione che venne a crearsi nell’Ottocento, in Salento ve ne sono altri esempi, a cui vi rimando qui per approfondire.

Intitolata alla Madonna Immacolata, è anche detta di Santa Lucia. La data di fondazione non è nota, ma dall’epigrafe riportata sull’architrave posta sul portale, si può affermare che l’edificio attuale è stato ricostruito tra fine XVII e inizi XVIII secolo. L’interno si presenta ad unica navata rettangolare. L’alzato ospita al centro una tela raffigurante la Vergine Immacolata. L’altare termina tra due angeli annunciatori, dove vi è un ovale con iscritto TOTA PULCHRA ES MARIA (cioè: Tutta bella sei, Maria).

La chiesa di Santa Croce, situata appena fuori il borgo, risale al XIII secolo. In passato, nell’area circostante, si svolgeva, la prima domenica di maggio, la fiera di Santa Croce.

Grande valore ha il ciclo di affreschi medievali…

…fra cui, oltre alle classiche scene della vita di Gesù e dei santi, compare qualche soggetto inusitato.

Oltre a frammenti di affreschi andati perduti con l’ampliamento della chiesa, come qui sopra, che è rimasta solo la mano di Santa Caterina d’Alessandria, con la ruota che fu il suo martirio.

Qui sopra, alcuni momenti della Passione di Cristo.

Stupendo l’altare barocco…

…nel cui cuore è incastonata questa magnifica e preziosa icona.

Particolare questo graffito situato sul muro esterno della chiesa, raffigura una nave con un cavallo a bordo…

La chiesa e convento di Sant’Antonio da Padova furono edificati dai Padri Riformati nel XVII secolo.

Il chiostro conserva ancora alcuni affreschi seicenteschi.

Sulla strada verso la frazione Specchia Gallone si trova quella che l’Associazione Amici dei Menhir ha riconosciuto come una “peschiera”, ossia quelle grandi vasche scavate nel banco roccioso che Federico II istruì a realizzare nel regno per motivi ecologisti (vedi approfondimento).

La località è incantevole, c’è ancora intatta una grande torre colombaia, testimone della vita di un tempo in Salento.

Qui nei pressi, nella masseria dell’amica Santina, oltre alla ospitalità di un tempo, da ogni pietra si può osservare lo specchio dei nostri antenati.

A Minervino c’è il dolmen più grande del Salento, “Li Scusi”… (vedi galleria completa)

…col suo foro situato al centro della massiccia lastra di copertura…

Tuttavia, a pochissima distanza da quello che è il visitatissimo parco culturale che gli ruota attorno, c’è un mondo della pietra tutto da scoprire…

…come un probabile dolmen, non censito, collassato su se stesso…

…con la sua grande lastra di copertura…

…ma anche una zona che sembra essere una cava di menhir, di cui un esemplare si mostrerebbe ancora oggi abbandonato dopo il tentativo fallito di estrarlo intero dal banco roccioso.

I muretti a secco poggiano ovunque su grandi pietre appena sbozzate.

E qui siamo di fronte al Menhir “Monticelli”.

Cocumola, ridente frazione di Minervino, cantata dal celebre Vittorio Bodini nelle sue poesia…

Piazza San Nicola è la piazza del borgo. Ha una forma triangolare e su di essa si affacciano alcuni settecenteschi e ottocenteschi palazzi, appartenuti a famiglie nobili locali. Qui sorge la colonna votiva di San Nicola.

Interessanti sono le numerose fosse granarie rinvenute proprio qui…

…che fanno capire l’importanza del paese e la sua lunga storia.

Qui siamo nella settecentesca chiesa matrice di San Nicola…

…dove si custodisce anche una reliquia dei Santi Martiri di Otranto.

Altri scorci del borgo, Palazzo “Pasca”, e il Lazzaretto, che costituiva il luogo in cui venivano ricoverate le persone colpite da gravi malattie, spesso contagiose come la malaria. Dell’antica costruzione, oggi rimane solo l’arco di accesso su cui è incisa la data 1689.

Gli abitanti del posto sono molto legati alla seicentesca chiesa della Madonna Assunta, dove venerano ancora oggi la Madonna dell’Uragano, che in passato salvò il paese dalla distruzione.

Altri esempi della cultura megalitica, il Menhir della Croce, sopra, e poi il Menhir Pizzilonghi-Urpinara.

E qui siamo a Specchia Gallone, nella incantevole chiesetta di Sant’Anna (XIII secolo), il cui stupefacente affresco del Giudizio Universale qualche studioso ha messo in relazione con quello di Michelangelo. Vi rimando ad un approfondimento perchè merita!

Chiesa parrocchiale di San Biagio, un altro gioiello, risalente agli inizi del Cinquecento!

Osservate con quanta bellezza si sono conservati gli altari, decorati con pietra policroma.

Quello che avete visto è ancora poco rispetto a quello che potrete ammirare di persona, visitando Minervino di Lecce!

(info tratte da wikipedia)

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Minervino di Lecce

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