Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Il villaggio di Roca nuova

Il villaggio di Roca nuova

La storica città di Roca, ed il suo porticciolo, importante villaggio dell’età del Bronzo, poi centro messapico ed infine medievale, conobbe la totale distruzione ed abbandono durante il periodo delle scorrerie turche. La sua posizione davanti all’Adriatico ne faceva un sito ormai indifendibile, ed inoltre divenuto pure covo di malfattori, quindi Carlo V vi rinunciò senza pensarci sopra.

E come ci riportano le fonti:… “Si vede quivi un porticello comodo pe’vascelli, che vi capitano dall’Oriente, per i traffichi e comodità delle acque eccellentissime che vi erano di un fonte sulla rivo del porto, il quale per ordine della maestà cattolica di Filippo II re di Spagna fu assieme colla terra l’anno 1544 soffogato e distrutto da Ferrante Loffredo, Governatore a quel tempo della provincia. La quale terra, perché si dubitava che non fosse presa dal Turco, come quella che stava alla frontiera della Vallona, fu trasferita miglia quattro infra terra, dove oggi si vede, e si conservano i suoi cittadini, chiamandosi Roca Nuova”.

Roca nuova

E’ uno dei pochi villaggi medievali rimasti quasi integri, e ci riconsegna un aspetto di vita dentro cui ancora oggi possiamo immergerci, e non senza una certa emozione.

Roca nuova

L’edificio che spicca su tutti gli altri è la massiccia torre, costruita a metà del 1500.

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Era estremamente difesa, da diverse caditoie, vere e proprie “bocche di fuoco” che avrebbero scoraggiato assalti estemporanei.

Roca nuova

L’insediamento era dotato di tre pozzi per il rifornimento d’acqua.

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Ovviamente l’intero villaggio era fortificato e murato.

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In un locale della torre centrale vi era la prigione, che come abbiamo visto nel Castello di Lecce, ed anche in altri palazzi nobiliari, è interamente graffita dai “ricordi” dei prigionieri…

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…e la vista di queste immagini lasciano incantato il visitatore…

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Le figure riprodotte sono le classiche di questi ambienti: navi, mani, uomini…

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Le navi sono eseguite con una perizia che lascia facilmente immaginare come queste persone conoscessero bene navigli e imbarcazioni…

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Fra le altre figure, anche animali…

Particolarmente interessante mi sembra questa nave graffita, che reca accanto a sè quella che sembra essere la firma del suo esecutore. Uno sfortunato marinaio di cui non sapremo mai nulla, forse!

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Ovviamente alla cittadina non mancava la chiesa. Costruita intorno al 1589, fino al 1989 sulla sua architrave di accesso c’era una bella iscrizione in latino, con bei caratteri cinquecenteschi, che diceva: “Nel nome di Gesù Cristo si inginocchi ogni creatura del mondo celeste, terrestre e infernale – 1589”. Purtroppo fu asportata e rubata da ignoti (“Iscrizioni latine del Salento”, Congedo Editore).

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Era dedicata a San Vito e conserva ancora qualche affresco ed un altare integro…

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Oltre all’altare, epigrafi ed elementi architettonici…

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Un frantoio costituiva l’attività “industriale” del borgo, che macinava le olive degli alberi di cui era completamente circondato…

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Ovviamente, Roca nuova è disabitata da tempo…

…la finestra sul suo piccolo mondo antico racconta solo di fantasmi…

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…ma una visita in questi luoghi certamente non mancherà di far rivivere nel visitatore immagini d’altri tempi!

(Grazie all’amico Lucio Calderazzo, che ha contribuito a questa pagina con alcune sue fotografie, ed anche alla prof. Giovanna Maggiulli che tramite l’associazione Vivarch rende fruibili luoghi come questo!)

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