Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Alessano e Montesardo, nel cuore del Capo di Leuca

Alessano e Montesardo, nel cuore del Capo di Leuca

Alessano, piccolo borgo del Capo di Leuca, ad un tiro di schioppo da Finibusterre. La leggenda vuole che Dedalo, il famoso personaggio della mitologia greca a cui tante invenzioni la tradizione assegna, atterrato in questa zona dopo esser fuggito da Creta con le ali da lui fabbricate, abbia esclamato “Alae Sanae!” in riferimento alle sue ali ancora intatte: da ciò deriverebbe il nome del paese.

Il territorio di Alessano fu abitato sin da tempi lontani, come dimostrano le numerose grotte rinvenute nei dintorni del paese. Durante la dominazione Normanna, il borgo acquistò grande importanza in tutto il circondario, e divenne sede vescovile fino al 1818.

La chiesa madre è dedicata a San Salvatore e risale alla seconda metà del Settecento…

… fu edificata in sostituzione dell’antica cattedrale romanica costruita tra il 1150 e il 1200.

L’interno è a tre navate e a croce latina. Conserva alcuni altari barocchi, fra cui quello maggiore finemente decorato con stucchi e intagli. L’opera di maggior rilievo e importanza è “Tobiolo e l’angelo”, opera di uno dei più importanti allievi della scuola caravaggesca, Paolo Finoglio.

Fra le altre chiese della cittadina, mi piace mostrare quella della Madonna Assunta, un piccolo edificio seicentesco, poi ristrutturato, che si trova nel centro storico…

C’è una bella tela dedicata a San Carlo Borromeo, cardinale e arcivescovo vissuto nel XVI secolo e venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Canonizzato nel 1610 è considerato tra i massimi riformatori della Chiesa cattolico-romana, assieme a Sant’Ignazio di Loyola e San Filippo Neri…

…nella tela sono raffigurati i miracoli compiuti in vita dal Santo…

…con uno stile molto realistico e avvincente.

Ma Alessano ha un “suo” uomo di Dio, il cui nome è attualmente al vaglio della Congregazione dei Santi per la sua canonizzazione: don Tonino Bello, che nacque e iniziò il suo magistero che lo portò ad una luminosa quanto sfortunatamente breve vita di testimone di Cristo. Papa Francesco, nell’aprile 2018, venne qui a rendere omaggio alla sua tomba…

…in una giornata memorabile per questa comunità (vedi qui per approfondire).

Furono i secoli XV-XVI in cui Alessano visse il suo periodo di massimo splendore. Durante la signoria di importanti famiglie nobiliari la città divenne un importante centro commerciale, attraendo alcune ricche famiglie di commercianti veneziani ed una piccola comunità ebraica, che qui ebbe la sua sinagoga…

…di cui oggi, purtroppo non resta traccia, se non nella memoria di questa via che ad essa portava, ed oggi reca la dicitura “via della Giudecca”.

Il centro urbano si arricchì in quel periodo di pregevoli palazzi in stile rinascimentale, che ancora oggi fanno sfoggio della loro bellezza e potenza. Attorno alla corte ducale fiorì un notevole movimento letterario.

Palazzo Sangiovanni è uno di questi edifici, sorto durante la signoria dei Del Balzo Orsini. Il palazzo diviene proprietà della famiglia Sangiovanni nel 1643. La facciata presenta un elegante motivo a punta di diamante con un unico portale di ingresso e cornice arricchita da eleganti motivi decorativi. Costruito su due piani, entrambi sono movimentati da una successione di finestre con arco a tutto sesto.

All’interno, pregevole è questa architrave con decorazione e data 1500…

…questa monumentale tela che raffigura il borgo, allora cinto di mura…

…il camino…

…e tutto un mondo che richiama quel suggestivo periodo storico ricco di slanci ideali. Un mondo che, fra l’altro, la proprietà del palazzo contribuisce a rendere fruibile a tutti con alcune manifestazioni che lo rendono occasionalmente accessibile.

Qui siamo invece davanti a Palazzo Legari, costruito nel 1536 in stile rinascimentale dal commerciante tricasino Donato Legari, come si evince da una scritta in latino sul prospetto principale. Questa residenza venne usata principalmente come luogo di ritrovo per amici e conoscenti. La facciata presenta un portale con un’elegante cornice che poggia su due pilastri con capitelli. Al piano terra, si aprono quattro finestre con arco, mentre il piano nobile è animato da una successione di finestre architravate. Il Palazzo divenne luogo di ritrovo della nobiltà e della ricca borghesia del tempo: al suo interno si svolgevano banchetti, feste e giochi d’azzardo.

Passeggiando per il borgo, non si può non fare poi una capatina a Montesardo…

…frazione di Alessano. L’abitato di Montesardo appare oggi caratterizzato dai criteri costruttivi tipici dell’architettura civile del XVI secolo ma la particolare posizione su cui sorge, che con i suoi oltre 180 metri sul livello del mare domina tutto il territorio circostante, permette di ipotizzare l’esistenza, al suo posto, di un abitato antico, forse anche di epoca messapica. Fonti alla mano, però, la notizia più antica di un abitato si ha nel Cinquecento, quando il Galateo lo descrive nel suo fondamentale libro “De situ Japigiae”, citandolo come “oppidum mediocris magnitudinis”, del quale erano ancora visibili resti un ampio circuito murario e ruderi di antiche abitazioni, situato su un colle denominato “Mons Arduus”, a brevissima distanza da Leuca. Egli ricorda inoltre che, secondo una tradizione popolare, quella città era stata denominata dai Greci “Tracheion oros”, nome che in latino può essere interpretato “Mons asper” o “arduus”. Infatti quella città era in “aspro monte et lapidoso sita”. Luigi Tasselli, in Antichità di Leuca, ipotizza un’origine greca della città; l’Arditi, invece, in La corografia fisica e storica di Terra d’Otranto, ritiene che Montesardo sia di origine latina e che i Bizantini avrebbero poi tradotto il nome latino in “Trachina”, ossia il “Tracheion oros” riferito dal Galateo. Col tempo il luogo avrebbe ripreso nome “Monsarduus” da cui sarebbe derivato l’attuale Montesardo.

La chiesa madre, dedicata alla Presentazione di Maria al Tempio, fu edificata nel 1727. Sorge sul sito di un edificio preesistente, risalente al XVI secolo. Presenta un sobrio prospetto, con ai lati due nicchie che ospitano altrettante statue di santi. Sul fianco esterno rivolto a sud è presente un affresco di enormi dimensioni raffigurante San Cristoforo, recentemente ripristinato. Il livello superiore presenta al centro una grande finestra di forma rettangolare a cornice liscia. Di particolare interesse è anche l’antica torre campanaria.

L’interno ha un pregevole valore ed un gusto settecentesco…

Il pulpito e l’organo sono di particolare pregio.

 

Mi impressiona sempre, girovagando per tutto il Salento, le immagini che ci riportano alla mente il difficile periodo storico che ebbe ad attraversare questa terra, e le sue genti, all’epoca delle scorrerie turche. Dalla presa di Costantinopoli in poi (1453) è tutto un continuo ricordo, di navi e chiese in fiamme…

…e sulla nave qui sopra sventola proprio la mezza luna, il simbolo dell’impero turco…

Sul muro esterno della chiesa non mi è sfuggito questo graffito, da appassionato amante di questi segni, che riporta la data 1720, marzo… ma il resto non è facilmente leggibile…

In epoca medievale questo borgo era protetto dal suo castello fortificato e dalle numerose torri lungo le mura, e si presentava come una fortezza inespugnabile. Fu sede di importanti scuole di matematica, filosofia e musica. Durante la seconda guerra mondiale fu occupato dalle truppe tedesche.

Il castello (foto sopra) è ubicato nella parte più elevata del centro antico del paese. La fortezza, di cui oggi sopravvivono i resti del nucleo principale, fu voluta secondo alcuni dai Caracciolo di Marano, da altri messo in relazione con la signoria dei Del Balzo Orsini, fu costruita tra il XV e il XVI secolo. Subì profonde trasformazioni nel corso dei secoli che cambiarono, in misura considerevole, l’impianto originario. La parte più antica dell’edificio a pianta quadrata, presenta quattro torrioni agli angoli anch’essi quadrati. Tutt’intorno corre un recinto. La piazza era collegata con l’esterno da un ponte levatoio, oggi sostituito con un collegamento in muratura.

Passeggiare per questo borgo restituisce il fascino antico della storia minima, è impagabile per chi apprezza il turismo “lento”.

Da qui sopra si scorge bene Alessano…

…per approfondire la sua conoscenza vi rimando alla scoperta del suo gioiello angioino, la chiesa di Santa Barbara (clicca qui)…

…oppure dei suoi villaggi rupestri, masserie, strade carraie, visitando Macurano (clicca qui)…

…o anche visitando Marina di Novaglie, la marina del borgo, che oltre al porticciolo presenta la meraviglia delle sue tante grotte naturali, alcune delle quali hanno fornito di reperti importanti il Museo di Maglie. Il percorso naturalistico delle Grotte Cipolliane è qualcosa che vi riempirà il cuore oltre che gli occhi (clicca qui)…

…ma ogni pietra di Alessano, sarà una pagina scolpita nella roccia del grande libro di storia di questa terra.

(Grazie alla gentilissima signora Sangiovanni, le foto del suo palazzo ad Alessano le scattai qualche anno fa, in occasione del lavoro per una pregiatissima strenna Edizioni Grifo, “Case del Salento” in compagnia della sua autrice Silvia Famularo. Le notizie di questo articolo le ho reperite in rete, wikipedia o dall’amico Marco Cavalera)

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