Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Miracoli e visioni della Madonna in Salento

Miracoli e visioni della Madonna in Salento

Quante volte, atei e credenti, non sono stati catturati dalle cronache delle apparizioni della Madonna, nel mondo? La Vergine Santa ha attraversato il pianeta, dal sud America nel 1531, a Guadalupe, fino ai secoli più recenti, a Lourdes, Fatima e Medjugorje. 

Anche in Salento le tracce del suo “passaggio” sono rimaste vivide, nel cuore della gente e nelle opere d’arte realizzate proprio per tale evento. A Francavilla Fontana, per esempio, c’è un antico quadro, nella chiesa madre, che raffigura una storia del 1310.

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Filippo d’Angiò, principe di Taranto, in visita nelle sue terre, durante una battuta di caccia vide una cerva inginocchiata in posizione adorante.

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Non badandoci, le scagliò una freccia ed esterrefatto la vide tornare indietro, come se fosse stata respinta da una forza invisibile.

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Andò a vedere da vicino, e scoprì un’icona che raffigurava la Madonna, sulla quale si era inginocchiata la cerva, per prima. Lo fece anche lui. Poi, diede ordine che in quel punto si costruisse una chiesa. Così nacque Francavilla Fontana.

francavilla 4A Torre Santa Susanna la Madonna apparve ad una donna, che alla promessa di guarigione svelò l’esistenza di una sua icona sotto le acque del serbatoio e volle che nel luogo le fosse costruito un Santuario. Fatta quindi  svuotare la cisterna, sulla parete laterale fu realmente scoperta l’icona. Il Santuario venne subito costruito. Sabato 25 settembre del 1830, un evento prodigioso accadde a Maria di Bello. Con questo miracolo, la Madonna volle richiamare la gente di Torre Santa Susanna a riprendere la pratica del culto esercitata per tanti secoli e poi dimenticata. Sotto vediamo la scena in cui la donna venne guarita, davanti alla presenza della Madonna, Gesù e la protettrice del paese, Susanna.

miracolo di torre santa susannaA Squinzano la Vergine apparve, operò prodigi, e lasciò alla storia questo racconto verissimo che sa di leggenda, la storia di Maria Manca. Nata nell’anno del Signore 1578, ragazza dalla bellezza meravigliosa, giovane sposa e mamma felice, devota a Dio, timorata come nessuna. Arrivò per lei, purtroppo, l’epoca delle tragedie. Morì l’amatissima madre sua, e subito dopo l’adorato marito. A quel punto, a neanche 24 anni, consacrò il proprio corpo allo Sposo supremo.

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Ma c’era un uomo che la desiderava ardentemente, e che per averla era disposto a tutto: Lupo Crisostomo, di Soleto. Avendo visto vani tutti i suoi tentativi di portarla a seconde nozze, si rivolse a un potente mago del suo paese. Questi gli chiese di portargli il cibo prediletto della donna agognata, così, recatosi da lui con un grosso fungo, ottenne il maleficio che avrebbe vinto Maria. Tramite una donna, che nulla sapeva, glielo fece pervenire, così Maria Manca quella sera stessa cucinò il fungo, lo mangiò, e subito cadde in un vortice d’indicibile lussuria. Lupo ebbe così la sua preda. Insieme convolarono a nozze. Ma già subito dopo essere giaciuta con lui, Maria decadde, come un’ossessa, nel corpo e nella mente. Si ricopriva di piaghe e malattie che nessun medico sapeva guarire. Soffriva terribilmente tutte le pene dell’inferno. In quello stato generò altri figli. Ma il marito, pentito di aver condannato in quel modo la donna, tornò dal mago perché le togliesse il maleficio. Ma quello non c’era più modo di toglierlo. Lupo morì senza essere riuscito ad aiutarla. Maria continuava a pregare, devota come sempre, la Madonna, di essere liberata da tutti quei mali, ma pure aggiungendo che se il Suo Bambino avesse già deciso che così doveva essere, ben lieta ne sarebbe stata lo stesso. Finché, un giorno, dopo tanti anni, mentre raccoglieva olive nei campi, le apparve la Madonna, che le porse un garofano, dicendole: “Prendi. Portalo al mio figliolo, a Galatone”.

Nunziatella

La “Nunziatella” è il luogo dove accadde l’Apparizione, dove si trova oggi questa edicola.

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Particolare dell’affresco.

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Particolare dell’epigrafe, che porta la data 1619.

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L’ulivo accanto all’edicola dove Maria Manca vide la Madonna.

Maria Manca e la Madonna

In quegli anni, in un vicolo stretto del centro storico di Galatone, la gente venerava una sacra immagine del Cristo dell’estrema umiliazione, che un monaco basiliano aveva raffigurato 250 anni prima, con le spalle addossate ad un palo, e le mani legate avanti.

Crocifisso di Galatone

Ebbene, una sera, davanti alla folla di fedeli radunati in preghiera, accadde un evento portentoso: il Cristo si animò, scostò il telo che essi avevano steso per proteggerlo dalla pioggia e li guardò con degli occhi che s’accesero di fuoco. In quei giorni, gli eventi strabilianti si susseguivano davanti agli occhi di tutti, e molti furono i miracolati. Ognuno sapeva che era opera di quel Cristo, che dopo quel giorno apparve in quell’icona con le braccia legate dietro la schiena. Certo, nessuno capiva. Maria Manca si diresse da Lui, e gli portò quel garofano. E da allora, il suo corpo rinacque a nuova vita, visse per quasi 50 anni altri, superando i 90, durante i quali dedicò il suo tempo ad aiutare la gente e a costruire un santuario per la Madonna. La sua mano destra emanò sempre un profumo paradisiaco, quella mano che aveva raccolto quel garofano, e che toccando i malati questi guarivano. 

santuario dell'AnnunziataA Novoli la Madonna apparve molto prima di Lourdes, mentre la città era invasa da un morbo che contagiava la popolazione. Si rivolse a Giovanna, la “scema del paese”, dandole del pane, affinché lo portasse al prete, e questi lo distribuisse agli ammalati. Giovanna non fu creduta, così tornò dalla Madonna a dirglielo, ed Ella le disse di insistere. I suoi concittadini dovettero convincersi, quando videro che Giovanna sapeva a memoria tutte le preghiere e il rosario, non avendo mai studiato in vita sua. Quel pane miracoloso salvò la città. In questa tela, conservata nella chiesa della Madonna del Pane (originariamente dedicata alla Madonna di Costantinopoli), si vede la scena dell’Apparizione, e sullo sfondo la città di Novoli.

Madonna del pane

Un’altra storia, documentata dalle fonti, ci arriva da Cursi, ed è legata al Santuario della Madonna dell’Abbondanza.

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Correva l’anno 1640. Su tutto il territorio di Cursi non pioveva da 9 mesi. Quella primavera pareva una terribile condanna di morte, non solo delle bestie e gli animali assetati, ma anche degli uomini di quella comunità. Una mattina di aprile, Biagio Orlando Natali, rientrando a casa non trova più le sue vacche, impazzite per la sete. Si mette immediatamente alla sua ricerca, ma, sotto un sole implacabile, non riesce a ritrovarle, nonostante il grande impegno. La disperazione lo spinge quasi a bestemmiare, ma non si arrende, e prova un ultimo tentativo. Si dirige in direzione di Muro Leccese. Ad un certo punto, fra la luce abbacinante del sole, scorge davanti a sé una luce… ancora più grande! Come ipnotizzato da quello splendore, si avvicina, e i suoi occhi cominciano a delineare la fisionomia di una donna. In braccio aveva un bambino meraviglioso. Una visione irradiante una luce di un altro mondo. Biagio Orlando Natali cade in ginocchio per l’emozione!

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“Alzati, non aver paura. Sono la Regina del Cielo. Prenderò Cursi sotto la mia protezione e ve ne darò subito un segno. Và, dì al Parroco che col popolo venga qui in processione. In questo luogo voi mi costruirete un Tempio e io vi porrò la mia dimora: resterò sempre con voi». Biagio salta in piedi e corre, corre ad annunziare a tutti il messaggio ricevuto. Anche il Parroco ha avuto la stessa Apparizione, e ricevuto le stesse Parole. Tutto il paese si reca festante sul luogo, Biagio indica il luogo dove aveva visto la Signora, sperando di farla vedere a tutti gli altri. Invece, dal cielo azzurro cominciano ad apparire le nuvole, e poi la pioggia. Per tre giorni piovve e piovve. Quella stagione restò alla storia di Cursi come l’anno della grande Abbondanza. Fu costruito il Santuario, e da tutto il Salento accorreva la gente entusiasta.

interno

Poi, arrivò l’anno 1708, e successe un altro evento prodigioso. Angelo Macchia, un giovane di Cursi, rientrava a casa dopo il suo lavoro nei campi, quando fu sorpreso da un tremendo temporale. Un vero e proprio uragano che pareva tutto dovesse travolgere. Angelo trovò rifugio all’interno del Santuario. Mentre pregava di essere risparmiato dalla tempesta, gli apparve la Signora, uguale a come la vide Biagio Orlando: lo prende per mano e lo conduce verso la porta. Poi gli comanda di uscire e allontanarsi, e per incoraggiarlo lo saluta con un grande sorriso. Angelo, fattosi coraggio uscì fuori, tra i fulmini e gli scrosci fortissimi della pioggia. Ma dopo un pò la tempesta lo scaraventa a terra, e lui voltandosi per supplicare la Madonna scorge il Santuario in fiamme, che “era come una fornace”. La Vergine Santa aveva agito da parafulmine, attirando su di Sé tutti i fulmini del cielo, salvando non solo Angelo ma tutti gli abitanti di Cursi. Che successivamente ricostruirono il Tempio più bello di prima.

Madonna dell'Abbondanza

Nel 1568, a Carpignano Salentino, un uomo anziano, paralitico e cieco, venne messo in salvo in una grotta dai propri figli mentre infuriava un temporale. L’uomo, la cui identità è accertata dalle fonti storiche, ebbe l’apparizione della Madonna, che gli chiese di edificare in quel luogo il suo santuario. Così avvenne e da quel momento il 2 di luglio di ogni anno in paese si celebra, in ricordo dell’apparizione della Madonna, la Festa di Santa Maria della Grotta.

Un luogo singolare dove si ritrovano miracoli documentati dal pittore che eseguì la tela è la chiesa dell’Annunziata, a Galugnano, dove si ritrovano anche i nomi e cognomi delle persone miracolate dalla Madonna…

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…il quadro risale al 1630 circa, è molto circostanziato, praticamente una finestra sul Salento di quel secolo…

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Una storia che col passare dei secoli si è confusa con la leggenda, perché tramandata da fonti orali di casa in casa, e da ultima da nunna Ndata, che morì nel 1998 a 111 anni, racconta di un assalto dei turchi, giunti presso Merine, in agro di Lizzanello. Essi fecero prigioniero un giovane pastore, Ronzu l’Africanu. Al momento di entrare in paese, la truppa fu avvolta da un grande banco di nebbia, impenetrabile. tanto, che furono costretti a tornare indietro, fino a reimbarcarsi. Il prigioniero fu portato alla corte del sultano, che lo prese in simpatia e lo tenne a corte. Fu così che il giovane si innamorò di sua figlia. Entrambi erano devoti della Vergine Maria, ma sapevano di non aver futuro in quella terra. Così, fuggirono verso il Salento. Ma il sultano, sicuramente imbestialito, spiegò la flotta per inseguirli sul mare. La ragazza, conscia che una volta ripresi, sarebbe stato proprio il suo compagno a pagare con la vita, gli ordinò di fuggire. Gli diede la fascia che le cingeva la vita, raccomandandogli di pregare Maria e di offrirla a Lei, che senz’altro lo avrebbe aiutato. Il giovane sbarcò miracolosamente, mentre una tempesta respingeva tra fulmini e saette la flotta turca in alto mare. Lu Ronzu, rientrato a Merine, offrì la fascia al simulacro della Madonna: “Madonna beddra comu ringraziamentu e devozione, e fenca e bbiu e barde lu mundu, nisciunu mai cu te la pozza lliare!”. Nella foto successiva si vede la tela riposta all’interno della chiesetta della Madonna di Costantinopoli, a Merine, con una nave turca in fuga dalla costa alta di Roca.

Madonna di Costantinopoli a Merine

Una storia recente ci arriva dal 1962, nei pressi di Brindisi, in contrada Jaddico, dove il vigile urbano Teodoro D’Amici vide la Madonna apparire a lui, in una grande luce. Gli chiedeva di portare in un luogo dove lei giaceva scoperta, ceri e fiori. Il segno inequivocabile che la Vergine volesse la costruzione di una chiesa.

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In effetti, nei pressi c’erano i ruderi di un’antichissima chiesa, una volta meta di pellegrini, di cavalieri Templari in viaggio verso oriente, di cui era rimasto in piedi solo un muro, che recava ancora l’affresco della Madonna…

Madonna di jaddico

Fu così costruito il Santuario di Santa Maria Madre della Chiesa, che ingloba i resti della chiesa precedente, e ancora oggi è luogo di culto e di processioni, per i vari miracoli che si sono succeduti, e per la comunità che intorno vive e lavora.

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Arriviamo sin nel tarantino, in agro di Sava, al Santuario della Madonna di Pasano. Qui c’è un’altra storia affascinante che si è conservata attraverso i secoli. Narra di un servo che ogni giorno trasportava degli oggetti appartenenti al suo padrone, fino a quando nei pressi della cappella, pregò la Madonna di liberarlo dalla sua schivitù. Dal cielo cadde un masso che ruppe incredibilmente le sue catene.

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Il servo volle essere battezzato, e in ricordo di quel prodigio, il popolo savese decise di raccogliere le offerte e costruire l’attuale chiesa della Madonna di Pasano, agli inizi del 1700. All’interno di questo santuario si conserva ancora il masso prodigioso…

masso del miracolo

…e una preziosa icona della Madonna, adorata ancora oggi, in riti che si tengono puntualmente ogni anno il primo marzo…

Madonna

…ancora, interessante ci sembra l’esperienza mistica di Frà Silvestro da Copertino, che nel suo convento di Casole aveva frequenti visioni della Madre di Dio (sotto)…

28 Santa Maria di Casole a Copertino

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Sopra siamo invece all’interno della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, a Lecce, di fronte all’Anfiteatro Romano, anzi, in parte costruita sopra esso verso la fine del ‘500. Fu costruita in memoria di un altro evento prodigioso: la Madonna (effigiata nell’affresco che si vede a sinistra dell’altare maggiore e risalente al XIV secolo) aveva fatto camminare una donna paraplegica. L’apparizione la ebbe Francesco de Mariulis che portò poi all’edificazione della chiesa, da parte della comunità leccese, sulla pubblica piazza così grande “acciò che potesse ricoverarsi la moltitudine de forasiteri infermi, che correvano con vera speranza”…

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La tradizione di Parabita narra poi di un agricoltore che, intento ad arare i campi, notò un irrigidimento dei buoi, i quali, con la testa china, si rifiutavano di proseguire il lavoro. L’agricoltore scavò e rinvenne un prezioso monolito con l’immagine di una Madonna, tornata alla luce dopo chissà quanto tempo. Dopo aver avvisato il popolo, questi portò la sacra immagine nella chiesa matrice del paese. Il giorno successivo, il monolito non venne più trovato dove era stato posto il giorno precedente, ma venne rinvenuto in mezzo ai campi. Il popolo interpretò questo segno come la volontà della Vergine di stare in mezzo ai campi. Da qui il titolo di “Madonna della Coltura”. Su quel sito è stata edificata dapprima una cappella, abbattuta nel 1912 per far posto all’attuale Basilica.

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Qui sopra siamo invece a Gallipoli, davanti al seno del Canneto, dove si celebra ancora la festa della Madonna del Canneto, nell’antico porto peschereccio, dove una statua viene calata sul fondo del mare per poi farla emergere come un’apparizione miracolosa. Ripetendo l’antico leggendario miracolo avvenuto molti secoli fa in quello che allora era un acquitrino paludoso…

… Un percorso che, per ora, concludiamo con un prodigioso evento dell’estate 2016, in una bottega di cartapesta leccese, quella di Marco Epicochi, che da decenni lavora sotto l’ombra della Cattedrale di Lecce…

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…Marco lavorava alla realizzazione di una Madonna che gli era stata commissionata ad immagine e somiglianza di un’opera settecentesca che era a cuore del committente (quella dell’immagine sotto)…

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…e quando mi raccontava questa storia, notavo il tentativo, non solo dell’uomo ma anche del”tecnico”, dell’artista, di analizzare la vicenda col maggior distacco emotivo possibile…

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…in pratica, accadde che la statua di cartapesta prese improvvisamente fuoco. Richiamato dai turisti all’esterno della bottega, Marco, che si era spostato manco un minuto all’interno, istintivamente si gettò a mani nude per tentare di bloccare l’incendio, per poi rendersi conto che non si era minimamente scottato. Per chi non è esperto dell’arte della cartapesta (in cui abbiamo fatto già un reportage), l’utilizzo della fiamma per la lavorazione dell’opera è necessario, ma che accada un incendio è molto raro. Marco ha cercato una spiegazione tecnica, ha ipotizzato che un rivolo di colla fuoriuscita abbia innescato tutto quanto. Ma le donne anziane dei dintorni hanno  cominciato ad andare e venire dalla bottega del prodigio. Anche la statua settecentesca a cui era ispirata l’opera, ha raccontato successivamente il committente, andò incontro allo stesso incendio…

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… spente le fiamme, comunque, nella foto sopra potete osservare come l’opera non è comunque andata distrutta: persino le pieghe del vestito sono intatte. Un altro miracolo gridato in queste contrade. E’ un percorso che potremmo allungare all’infinito, perché tante sono le storie, i luoghi, e le opere d’arte, legate a questa eterea figura di Donna che ha adottato anche questo lembo di terra sotto il suo manto protettivo. Ci ritorneremo, anche perché la Madonna continua ad apparire, ancora oggi, in un piccolo borgo del Salento, e prima o poi potremo raccontarvelo.

Per chi voglia saperne di più, a livello planetario, consulti il sito www.mariadinazareth.it

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