Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Barletta, la città e la Disfida

Barletta, la città e la Disfida

Barletta, l’antica Bardulos citata dai Romani nella loro Tavola Peutingeriana, è una città ricchissima di storia, le cui origini risalgono al IV secolo a.C., ma che vista la sua favorevole posizione geografica, bagnata dal fiume Ofanto e fornita di un importante porto marittimo, ha vissuto il passaggio di numerosi popoli che ne hanno arricchito le vicende storiche. 

Non lontano da essa, a Canne, Annibale sconfisse i Romani nella celebre battaglia del 216 a.C., e fu ripopolata dai superstiti cannesi. Poi giunsero i Longobardi, i Normanni, e poi, in pieno Medioevo, cominciò l’epopea delle Crociate e dei Cavalieri Templari, che qui avevano la loro più importante base del sud Italia. La chiesa di Santa Maria Maddalena era la loro “casa”. Oggi non è più esistente, ma sappiamo dalle fonti che era «intra moenia Baroli sita» e che ebbe un ruolo primario nella storia di questo ordine cavalleresco, divenendo già dalla fine del 1100 il centro più importante dell’organizzazione nel regno di Sicilia, sino a diventare sede del Maestro Provinciale dell’Apulia e poi dell’Apulia-Sicilia.

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Il poderoso Castello è il risultato di diversi secoli di sovrapposizioni, cominciate a partire dal primitivo torrione normanno del 1100, che si può ammirare ancora oggi.

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Durante le Crociate svolse il fondamentale ruolo di crocevia per le spedizioni che da qui partivano per la Terra Santa. Anche l’Imperatore Federico II gli rivolse le sue attenzioni.

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Tuttavia l’impronta attuale gli è stata data da Carlo V nel 1532…

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Oggi svolge una pregevole funzione turistica, accoglie i visitatori, e custodisce anche vari reperti…

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La foto sottostante l’abbiamo capovolta per far apprezzare meglio gli stemmi qui custoditi…

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Dal Castello si vede benissimo la Cattedrale di Santa Maria Maggiore…

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Monumento fondamentale per la storia della città, il suo sito risulta utilizzato da millenni, per vari scopi, a partire da una serie di tombe “a grotticella” del III secolo a.C., fino alla basilica paleocristiana del VI secolo, rivisitata nei secoli successivi, fino al definitivo impianto gotico del XIV secolo.

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Gli scavi farebbero risalire questa basilica a San Sabino, vescovo della Diocesi di Canne e Canosa (514-566 d.C.) che nel 536 approdava a Barletta, antico porto di Canosa. Il legame con San Sabino è testimoniato dal suo monogramma personale presente sui mattoni che ricoprono parte della basilica paleocristiana, che risalirebbe quindi al periodo compreso tra il 536 e il 586. Una complessa decorazione a mosaico policromo copriva interamente il pavimento della basilica.

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Su una campitura di tessere bianche sono inserite tessere nere, rosse, grigie e gialle che creano molteplici motivi geometrici e simbolici, tra cui rileviamo: croci, nodi di Salomone, fiori, tralci di vite.La tipologia del pavimento barlettano si inserisce nella produzione dell’area geografico apulo-lucana del V e VI secolo, con una spiccata influenza di matrice adriatico-ellenica, tipica delle produzioni egee del VI secolo.

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All’esterno si può apprezzare un antichissimo basolato, un tempo l’originario fondo stradale…

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Cattedrale, particolari della facciata.

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Cattedrale, particolari della facciata.

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Cattedrale, particolari della facciata.

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Ma entriamo all’interno, per apprezzarne l’imponenza…

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Famoso è il Colosso di Barletta, una colossale statua di bronzo del V secolo, un uomo con vesti imperiali tardo romane o bizantine che qualcuno dice fu portato in Puglia da Ravenna, da Federico II, per essere poi trasportato a Melfi, ma che l’improvvisa morte dell’Imperatore lasciò per sempre in questa città.

colosso di barletta

La sua altezza supera i 5 metri e dal vivo desta veramente grande meraviglia…

…qui sopra lo vediamo in una stampa settecentesca.

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Chiesa di San Pietro, affacciata davanti alla Cattedrale.

basilica Santo Sepolcro, barletta

Stupenda anche la Basilica del Santo Sepolcro, opera della fine del XII secolo, che conserva tesori della sua epoca e affreschi del XIII secolo…

 

Entriamo all’interno anche di questo capolavoro…

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Ma Barletta è legata più di ogni altra cosa alla famosa Disfida, avvenuta nel 1503, nel celebre duello fra 13 cavalieri italiani e altrettanti francesi, risolto con la vittoria dei primi, in un impeto di orgoglio che qualche scrittore dell’epoca cantava esaltato con toni patriottici, secoli prima dell’Unità Nazionale.

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cantina della sfida

Tutto ebbe inizio qui, nella cosiddetta “Cantina della Sfida”. Era l’epoca in cui Spagnoli e Francesi si contendevano il dominio del sud Italia, fra scontri e scaramucce incessanti che pareva non dovessero mai avere fine. Dopo uno di questi scontri, venne catturato un capitano francese, tale La Motte, punto sul vivo durante un banchetto che si teneva in questo palazzo, dagli spagnoli, che cantavano il valore militare degli italiani.

Pare che il cavaliere italiano, Ettore Fieramosca, avesse già da tempo sfidato a duello un francese, senza ottenere risposta, perciò il La Motte si alzò tracotante, dicendo che senza problemi lui ed altri 12 cavalieri francesi avrebbero battuto 13 rivali italiani per chiarire la questione del valore una volta per tutte.

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La Cantina è oggi visitabile in tutta la sua bellezza dell’epoca, arricchita da una collezione di vestiti d’epoca, che ben calano nell’atmosfera i visitatori.

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Gli ambienti sono veramente suggestivi, e non mancheranno di sorprendere chiunque.

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disfida di barletta

Per la cronaca, la Disfida di Barletta avvenne il 13 febbraio 1503 e vide gli italiani (che venivano da diverse zone d’Italia) compiere prodigi di valore. Un francese morì, gli altri si arresero all’impeto inaspettato degli italiani, che vennero subito acclamati come eroi.

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La Cantina conserva anche le 13 insegne dei Cavalieri, in primis quella del Fieramosca, raffigurata come un graffio sopra in giglio francese. Una bellissima rievocazione storica ridà vita ogni anno, in agosto, nel fossato del castello di Barletta, a questa celebre epopea, che ritorna intatta da quei tempi fino ai nostri giorni.

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Chi resta affascinato da questa storia può recarsi nelle campagne dove avvenne il celebre duello, nella realtà. Il luogo si trova all’interno di un grande oliveto fra Andria a Corato, adiacente alla strada provinciale 231, ed è facilmente rintracciabile utilizzando google maps digitando “Epitaffio della Disfida”: il navigatore vi condurrà si lì…

…ovviamente dobbiamo immaginare che a quei tempi non vi fosse l’oliveto, e la piana era tal quale come è descritta nelle fonti storiche. All’ingresso del viale che porta all’epitaffio vi sono due pilastri in pietra con la riproduzione dello stemma di Trani con le seguenti iscrizioni: «Qui nel 1503, si pugnò la Disfida dei tredici sul terreno neutrale di dominio Veneto. Bel fatto di valore italico contro l’arroganza degli invasori in età ignava» e «A XIII febbraio MDIII in equo certame contro tredici francesi qui tredici d’ogni terra italiana ricomposero la patria dilaniata nell’unità dell’onore antico e tra due invasori provarono che dove l’animo sovrasti la fortuna gli individui e le nazioni risorgono». Tutte e due le epigrafi furono dettate da Giovanni Bovio.

Questo monumento che ricorda il celebre duello dovrebbe magari essere più curato e portato all’attenzione dei viaggiatori…

Così recita l’iscrizione: “O passeggier, se gli atti egregi a te sono cari, di valenti guerrieri leggi i fatti precari; tredici Itali prodi sul campo dell’onore contro altrettanti Franchi spinse di patria amore. Marte ispira le schiere di gloria sitibonde ed alle parti avverse forze ed ardore infonde; l’una all’altra e per numero, per anni ed armi euguale, ad ambe è pari onore morir per suol natale deciser la tenzone la sorte ed il valore E chi vincer dovea rimase vincitore: qui l’arroganza galliga al suolo fu prostrata al Franco vinto all’Italo quivi la man fu data”…

Barletta, una città da vivere, per tutti gli amanti della storia di questo lembo d’Italia. Vi consiglio caldamente una visita in questo luminoso angolo d’Italia!

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