Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Santa Maria della Grotta ad Acquarica del Capo

Santa Maria della Grotta ad Acquarica del Capo

La pratica di vivere o fare culti in grotta, in Salento, è antichissima e offre svariati esempi e siti di grande interesse. Santa Maria della Grotta, situata nelle campagne del comune di Presicce Aquarica è uno dei più suggestivi in assoluto.

Dopo una frequentazione quasi millenaria, questo luogo di culto, che apparteneva ai P.P. Carmelitani di Presicce, finì dimenticato e in rovina dopo il 1806, ossia dopo le soppressioni degli ordini operate brutalmente in epoca napoleonica.

La grotta fu riscoperta negli anni Cinquanta, ma stranamente non è stata nel tempo oggetto degli studi approfonditi che meriterebbe.

Essa presenta una serie sterminata di iscrizioni graffite, che nel corso dei secoli hanno tramandato l’intensa devozione che qui vi si esercitava, almeno fino a quando fu costruita la chiesetta che si vede oggi esternamente…

…e che vediamo qui in foto…

Ci troviamo lungo la via che anticamente portava verso il Santuario di Leuca, quindi è ragionevole supporre che i fedeli o i pellegrini qui facevano sosta, prima della tappa finale del loro viaggio.

Si tratta di una grotta naturale, che si dispiega in più corridoi. Le pareti sono quasi tutte tutte graffite.

Qui sopra vediamo un’iscrizione in greco, riconducibile all’XI secolo, che recita: Gesù Cristo vince.E’ una formula che in Terra d’Otranto si è riscontrata spesso negli ambienti rupestri.

Qui sopra vediamo invece la croce con serpente. Ricorda nella tradizione biblica il serpente di bronzo eretto da Mosè nel deserto per consentire di curare quanti fossero stati morsi dai serpenti inviati da Dio per punire chi si lamentava delle fatiche del duro viaggio che era stato loro prescritto.

Ma come si diceva le iscrizioni sono di una quantità sterminata. Si trovano nomi e cognomi dei viaggiatori che, nelle varie epoche, passarono da qui, e lasciarono la loro firma. Oppure semplici invocazioni, come: “Ricordati o Signore del servo tuo”.

Il fondo è assai accidentato, quindi è assolutamente sconsigliato recarsi in questo luogo senza un adeguato accompagnamento di professionisti, tanto più che dal 2017 il Gruppo Speleologico Tricase assieme ai proprietari del fondo, hanno ripristinato il cancello di ingresso, per impedire visite clandestine che, purtroppo, negli ultimi anni hanno portato la distruzione di alcune iscrizioni delle pareti.

Il budello prosegue nelle viscere della terra…

…l’aria rarefatta non è adatta a chi soffre di claustrofobia.

Tuttavia, l’ampiezza di questa grotta doveva aver regalato una sensazione “di casa”, agli antichi viaggiatori dei secoli scorsi, che possiamo ben immaginare qui dentro, dotati di piccole candele, con le quali si aiutavano per scrivere e lasciare tracce di memoria.

Nella zona presso l’uscita sembra esserci la bocca di un pozzo…

E’ in questa zona che resistono le uniche tracce di affreschi sopravvissuti…

…fra cui, un’incantevole rappresentazione della Eleousa, la Misericordia, tipica icona bizantina che mostra un tenero abbraccio tra Maria e il Bambino Gesù. L’immagine è in parte deteriorata, quindi non permette di vedere la posizione della mano sinistra della Vergine: se questa indicasse il Figlio, allora potrebbe essere assimilabile alla Odegidria, ossia colei che indica la via. Sono affreschi databili tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.

Ma la vera miniera di informazioni è rappresentata dai graffiti esistenti…

…occorrerebbe uno studio molto approfondito ed una rilevazione accurata di tutte le incisioni, che, purtroppo si accavallano spesso una sopra l’altra, rendendo complicata una precisa traduzione.

Consiglio di tutto cuore questa pubblicazione, a cura del Gruppo Speleologico Tricase, che meglio di ogni cosa introduce allo studio di questa suggestiva cavità, anche attraverso la descrizione non solo degli aspetti storici e artistici, ma anche naturalistici, con una descrizione dei piccoli animali che sono oggi ormai i soli abitanti di questo luogo millenario.

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