Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Il Trono Ludovisi

Il Trono Ludovisi

Una delle opere più belle della Storia dell’Arte che mi ha personalmente affascinato fin dai tempi della scuola è senza dubbio il cosiddetto Trono Ludovisi. Custodito all’interno del Museo Nazionale Romano, in Palazzo Altemps, viene datato al 460-450 a.C. 

Questo straordinario reperto fu rinvenuto nel 1887 a Roma, nell’area degli Horti Sallustiani, durante dei lavori per la Villa Ludovisi. E’ decorato a bassorilievo con tre scene differenti. In quella frontale si vede una dea, probabilmente Afrodite, vestita con un chitone, che emerge dalla spuma del mare con il volto radioso e le braccia levate, sorretta da due “Horai”. Le due ancelle sorreggono un velo impalpabile e leggero che accresce la forte suggestione visiva e l’impatto emozionale della scena.

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Osservare questa scena dal vivo non può non lasciare incantato il visitatore!

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Nei lati del cosiddetto “Trono” sono raffigurate due interessanti figure femminili. Sul lato sinistro c’è una donna nuda che suona un doppio flauto. Sul lato destro c’è una donna ammantata da chitone, con il capo coperto dal mantello, che prende dei granelli di incenso da porre in un bruciaprofumi. Le due donne sono due sacerdotesse, ierodule del tempio sacro, simbolicamente evocato dal mistico suono del flauto e dall’intenso profumo dell’incenso, celebranti il culto di Afrodite ed emblemi dell’Amore, terreno da un lato e spirituale dall’altro…

Trono Ludovisi

Significato profondo e celato alla vista dei più. Il trono potrebbe essere una parte dell’arredo sacro del santuario di Afrodite ad Erice, in Sicilia e poi giunto a Roma per decorare, forse, il tempio di Venere Erycina. Nel santuario romano fuori città, come in quello siciliano, si svolgevano pratiche di culto come la prostituzione sacra. Altri studi hanno attribuito il reperto alla zona di Locri dove c’era, anche lì, un tempio dedicato ad Afrodite.

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Trono Ludovisi

Chi può, vada a vederlo di persona. Non mancherà di trasmettervi la sua bellezza!

 

(che ringrazia la studiosa Raffaella Galli, per le sue fotografie e la sua competenza!)

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