Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Il Museo delle Navi Vichinghe a Oslo

Il Museo delle Navi Vichinghe a Oslo

Il Museo delle navi vichinghe, a Oslo (Norvegia) deve la sua fama alle tre grandi navi che ospita al suo interno. Si tratta delle imbarcazioni di Oseberg, Gokstad e Tune, ma il museo conserva anche interessantissimi oggetti provenienti da diverse sepolture e siti archeologici di epoca vichinga.

I ritrovamenti  avvennero alla fine del XIX secolo. Le navi Oseberg, Gokstad e Tune sono i tre unici drakkar ritrovati in buono stato di conservazione in Norvegia e questo si deve al fatto che essi furono utilizzati come tombe ed interrati, ed al loro interno furono trovati numerosi monili ed oggetti d’oro.

Il Museo delle Navi Vichinghe a Oslo

Per drakkar si intende la tipica imbarcazione usata dai vichinghi (ma anche dai sassoni) per scopi militari e per compiere viaggi esplorativi in Islanda e Groelandia. Lo sviluppo del profilo tipico di queste navi fu il risultato di un’evoluzione durata secoli, che giunse alla forma più comunemente conosciuta intorno al IX secolo. In Norvegia qiueste navi furono usate fino al XV secolo.

La nave Oseberg, lunga 21,50 metri e larga 5,00, fu ritrovata nel sud della Norvegia nel 1904. Risale al IX secolo e fu utilizzata per il funerale della regina Åsa; la nave Gokstad, lunga 23,30 metri e larga 5,24, inizialmente destinata a solcare il mare in quanto dotata di strutture per i remi e la velatura, venne comunque utilizzata per la sepoltura; la nave Tune, lunga 22,00 metri e larga 4,50, fu scoperta nel 1867 ed è la meno conservata delle tre.

Affascinante è la decorazione con testa di drago che decorava la prua di questi vascelli, che terrorizzarono le coste del nord Europa al loro apparire. E’ un’immagine che ritroviamo con tutta la sua potenza visionaria nel famoso Arazzo di Bayeux, un tessuto realizzato nella seconda metà dell’XI secolo, in Normandia o in Inghilterra, per raccontare con le immagini gli avvenimenti della conquista Normanna dell’Inghilterra del 1066, presentando anche una sorta di antefatto della situazione prima della stessa invasione (vedi qui)…

…in un lembo di questo tessuto si vede bene la testa di drago che campeggia sulla nave. Ma esiste anche un’altra traccia, questa volta di natura più popolare, che ritroviamo a Brindisi, sul muro esterno dell’antica chiesa di San Giovanni al Sepolcro: un graffito, che ad un’indagine approfondita non nasconde la sua natura, e che arricchisce il ricco panorama di simboli e graffiti custoditi da questo monumento (vedi qui).

La nave brindisina sembra riportarci indietro nel tempo all’epoca della conquista normanna del sud Italia. Un evento che cambiò il destino di una terra che fino ad allora parlava greco e professava rito ortodosso, a vantaggio della chiesa latina e del papato, con cui i nuovi conquistatori si schierarono, a svantaggio dei Bizantini.

Ringrazio per le foto di Oslo Alessandro Moriccioni, scrittore e divulgatore scientifico romano, e Marco De Berardinis, autore di gran parte dei reportage fotografici dell’amico. Le notizie e le immagini dell’Arazzo di Bayeux provengono da wikipedia. Alla prossima avventura!

© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e del dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a questa pagina). Tutto ciò che compare sul sito, soprattutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene di voler cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it

Il Museo delle Navi Vichinghe a Oslo

Leave a reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.