Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Il Castello di Roccascalegna

Il Castello di Roccascalegna

Il castello di Roccascalegna è una poderosa fortezza situata non lontano da Chieti (Abruzzo). Posto sulla cima di una spettacolare sporgenza rocciosa, in posizione dominante sull’abitato, ha fondazione molto antica e come tutti i castelli ha subito modifiche architettoniche nei secoli XVI-XVII.

Fu costruito intorno all’XI secolo, ingigantendo l’originaria torretta di guardia longobarda. Ma la prima volta che si nomina questo castello nelle fonti che ci sono giunte  risale al 1525. Nel XVI secolo le mura vengono rinforzate. Durante il governo degli Annecchino vennero ulteriormente rinforzate le torri esistenti. Tuttavia gli interventi maggiori vennero realizzati con i Carafa (1531-1600).

Il Castello di Roccascalegna

Attraverso una ripida gradinata, ricavata mediante terrazzamenti inclinati sulla roccia, si giunge all’ingresso della fortezza, dove restano le tracce dell’antico ponte levatoio. Alla sua destra vi è una torre detta Torre di Sentinella. Il cortile porta ad altre torri: la torre del carcere e la torre angioina nonché alla cappella con una grondaia per la raccolta dell’acqua piovana. Una ulteriore rampa porta alla torre di guardia costruita con muratura in pietra sbozzata e mattoni con aperture ai quattro lati. Le mura del castello cingono lo sperone roccioso a strapiombo.

Fra le leggende che aleggiano attorno a questo maniero ce n’è una che riguarda la famosa legge medievale dello “Jus primae noctis”: il racconto dice che il barone, Corvo de Corvis, nel 1646 pretese di far valere questa norma, che obbligava tutte le donne del paese a passare la prima notte di nozze con lui anziché con il consorte appena sposato. La leggenda narra che l’ultima sposa novella, o il legittimo consorte travestito con le sue vesti, salito alla rocca per la consumazione prevista, abbia invece accoltellato il barone; sembra inoltre che quest’ultimo, mentre moriva, abbia anche lasciato su una roccia l’impronta indelebile della sua mano insanguinata. Infatti secondo dicerie, questa impronta (che risultò ben visibile dopo i crolli del Novecento), ricomparirebbe di continuo, nonostante tutte le volte che sia stata lavata via.

Aldilà di storia e leggenda, questo luogo, e il panorama che lo circonda, merita certamente una visita!

Ringrazio di cuore l’amico Riccardo Serrao, che mi ha concesso l’uso di queste sue fotografie, per il comune amore di condivisione della storia e della cultura di questa nostra Italia.

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