Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Il Castello di Corigliano d’Otranto

Il Castello di Corigliano d’Otranto

Il Castello di Corigliano d’Otranto (noto anche col nome di uno dei suoi feudatari, il De Monti), rappresenta, secondo le parole di G. Bacile di Castiglione, il «più bel monumento di architettura militare e feudale del principio del Cinquecento in Terra d’Otranto, e rappresenta certamente l’esempio più riuscito del passaggio dalle torri quadre medievali a quelle rotonde rinascimentali.

Il castello ha infatti impianto quadrangolare con quattro torri angolari a base scarpata e a tre livelli di fuoco, circondato da un profondo fossato. Il primo nucleo è infatti medievale, ma il maniero fu radicalmente ristrutturato e ampliato tra il 1514 e il 1519 da Giovan Battista de’ Monti che lo adeguò alle esigenze belliche del tempo.

Il Castello di Corigliano d'Otranto

È interamente circondato da un fossato e da quattro poderosi torrioni circolari, a cui era affidata la maggiore efficacia dell’intero sistema difensivo, come denotano le numerose cannoniere che si aprono lungo i fianchi in corrispondenza delle casematte interne disposte a piano terra ed a primo piano.

Il Castello di Corigliano d'Otranto

Venuta meno l’originaria funzione difensiva, alla metà del Seicento il castello fu adattato, secondo la moda del tempo, ad esigenze estetiche e di rappresentatività della famiglia del feudatario.

Tutto il castello è decorato da splendide sculture: qui sopra vediamo un meraviglioso Arcangelo Michele che abbatte il demonio.

Risaltano ovviamente gli stemmi araldici dei feudatari.

La facciata è un tripudio barocco, che risente appunto delle nuove forme di espressione seicentesca…

…per tutta la sua lunghezza corrono statue di personaggi mitologici, storici, legati o meno direttamente al castello.

Fra i personaggi che ritroviamo sulla facciata, c’è anche il condottiero mongolo Tamerlano, morto nel 1405, le cui gesta ebbero tanta eco in Europa…

…oltre al grande guerriero albanese Giorgio Castriota Skanderbeg, che con la sua resistenza eroica all’esercito turco, tenne questi lontani dall’Europa per 25 anni…

Non manca Cristoforo Colombo, dopo la sua grande avventura con la scoperta dell’America…

Fu il duca Francesco Trane che nel 1667 ingentilì l’austero edificio militare facendo costruire una nuova facciata e vi schierò le statue allegoriche accompagnate da iscrizioni celebrative e i busti dei grandi condottieri del passato. Al centro fece porre la sua statua affiancata dalle allegorie della giustizia e della carità. La targa epigrafica posta ai suoi piedi informa sulle sue doti e sui suoi titoli nobiliari, che tradotta dal latino recita: “Questa giudica i misfatti, quest’altra porge le mammelle ai figlioletti; da un lato la splendente Astrea, dall’altro l’amorevole Pellicano; Francesco Trane barone di Tutino e signore dello Stato di Corigliano si prese cura di abbellire questo castello nel 1667”).

Qui sopra notiamo meglio il nucleo originario della fortezza, inglobato dalla nuova cortina muraria…

Anche i quattro torrioni sono decorati: qui sopra vediamo l’immagine della sirena a due code…

…qui, San Giorgio che uccide il drago…

Qui, siamo entrati nel piazzale interno…

…dove spiccano altre decorazioni, che incorniciano porte…

…e si sbizzarriscono sui capitelli…

…dove si susseguono personaggi grotteschi e curiosi…

…tipici del gusto barocco…

Qui cominciamo la visita interna, fra il dedalo di camminamenti e gallerie…

Ogni torre è voltata al suo interno da una cupola perfetta!

In una di queste torri, troviamo un ambiente completamente graffito…

…sarà stata la prigione? Questi segni qui sopra, sembrerebbe confermarlo: una specie di conteggio dei giorni che abbiamo già visto in altre prigioni. Ma qui è solo un’ipotesi.

Qui sopra un graffito navale, caratteristica ricorrente nel panorama salentino, accompagnato dal simbolo del “Cristo-luce”, ossia la croce posta sul monte come un faro per l’umanità.

Qui sopra, invece, il simbolo del “fiore della vita”, a sei petali…

Una serie di volti enigmatici si susseguono alla rinfusa… fra epigrafi difficilmente traducibili…

Una delle sale interne alle torri, è decorata come nella torre del castello di Acaya…

…una decorazione che segue tutto il perimetro dell’ambiente…

Il castello aveva un frantoio semi-ipogeo, molto grande…

…di cui sono rimaste vistose tracce architettoniche…

Bello il particolare, intatto, dei cardini di questa porta…

E qui siamo giunti sul camminamento esterno, che conduce alle torri e segue il perimetro del castello usato dai guardiani. Un viaggio indietro nel tempo, che la splendida cittadina di Corigliano offre, insieme ai tanti suoi tesori del centro storico!

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