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Viaggio in Messico

Messico! Un nome, un viaggio, un mondo: è grazie all’amica Mariella Tamborrino, che stavolta i colori di questo reportage ci giungono condivisi da una terra lontana, eppure vicina, nell’indole dei suoi abitanti, al sud dell’Europa, da dove comunque giungono parte dei propri geni.

Il viaggio comincia da Uxmal, che nell’antica lingua maya significa “Tre volte ricostruita”. Fu fondata intorno al VI secolo d.C. e raggiunse presto un grande sviluppo e floridezza.

La maestosità delle piramidi e degli edifici restituisce a pelle l’impronta del suo grande passato…

…accompagnato dagli animali che da sempre hanno convissuto con l’uomo, in queste latitudini.

La Piramide dell’indovino è senz’altro l’elemento architettonico più originale del sito. Secondo la leggenda, sorse in una sola notte grazie alle magie di un nano. Si tratta di un tempio piramidale alto circa 30 metri. Si ritiene che il primo livello del tempio sia stato edificato intorno al 569 d.C. e che l’ultimo piano, la cosiddetta Casa dell’Indovino, sia stato completato nel X secolo. Una ripida scalinata a tre rampe, appartenente all’ultima fase di edificazione, conduce all’ingresso del tempio, situato sul IV livello di edificazione, rappresentato da una riproduzione della maschera del dio della pioggia.

Intorno al 900 d.C. iniziò il declino della città, che fu infine abbandonata, probabilmente a seguito di una crisi di approvvigionamento idrico, legata ad un prolungato periodo di estrema siccità. Il sito è rimasto sepolto sotto una fitta vegetazione sino alla sua riscoperta da parte degli archeologi nel XIX secolo.

Qui siamo a Cobá, un sito archeologico Maya. Si trova a circa 90 km a est del celebre sito Maya di Chichèn Itzà, a circa 40 km a ovest del mar dei Caraibi.

La natura lussureggiante sovrasta tutto il paesaggio, con la sua energia incontenibile.

Coba si trova attorno a due lagune. Vi sono alcune strade maya che vanno verso est sulla costa caraibica e la più lunga copre oltre 100 km di distanza andando verso ovest a al sito di Yaxunà. Il sito possiede diverse grandi piramidi, la più grande delle quali è nel gruppo di piramidi Nohoch Mul, alta 42 metri. Coba era popolata da 50.000 abitanti. Il periodo in cui si costruirono più monumenti fu tra il periodo Medio e quello Classico, tra il 500 e il 900, con la gran parte dei geroglifici datati intorno al VII secolo. Coba rimase un sito importante nella era Post-Classica dove vennero costruiti altri templi e quelli vecchi vennero restaurati fino al XIV secolo.

L’esistenza del sito non venne mai completamente dimenticata ma non venne esaminato da esperti fino al 1920. I primi rapporti iniziali riguardavano un sito di grandi dimensioni con molte iscrizioni. Eric Thompson visitò il sito diverse volte nel 1932 e pubblicò una descrizione dettagliata. Il sito venne visitato poco a causa della zona remota in cui si trovava, fino a che non vi venne costruita la prima strada moderna, successivamente. L’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia Messicana fece attuare alcuni scavi nel 1972 condotti da Carlos Navarrete, e restaurò un paio di costruzioni. All’inizio degli anni Ottanta venne costruita una nuova strada, con un servizio bus, e venne aperto un piccolo Hotel Villas Archeologicas. Oggigiorno i residenti nel villaggio sono 1.167 secondo il censimento del 2005. Poco tempo dopo Coba diventò una località turistica. Solo una piccola parte del sito è stata liberata dalla giungla e restaurata dagli archeologi. Coba, come gli altri siti archeologici in Messico, è aperto al pubblico alla domenica e durante le feste nazionali. Vicino alle rovine si trova un pueblo, con dei ristoranti e dei negozi che vendono manufatti locali.

Grazie a Mariella, ora facciamo un’altra esperienza…

…una visita all’antica Hacieda Sotuta de Peón (risalente al XVII secolo) per conoscere le fasi della lavorazione della fibra naturale “sisal”, ottenuta dall’agave…

Qui, un’economia semplice ci riporta ai ritmi di vita di un tempo…

Una casa che è rimasta identica ai tempi in cui fu costruita…

…ci trasmette un pacato senso di serenità e leggerezza dell’animo…

Ringrazio ancora e di tutto cuore Mariella Tamborrino per queste fotografie…

…la direttrice della pregevole rivista Salento Review (qui davanti alla celebre piramide di Chichén Itzá) stavolta ci ha raccontato uno scorcio di mondo lontano da noi, ma con lo stesso identico calore!

 

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