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Navi Storiche nei porti del Salento

Una terra protesa nel Mediterraneo come il Salento vede ogni giorno, come millenni fa, navi all’orizzonte o pronte ad attraccare nei suoi porti. L’evento è quotidiano e quasi banale, ma produce ancora emozione quando ad apparire è una nave storica, ancora dotata di vele, come un’antica apparizione.

E’ il caso di due gloriose imbarcazioni che oggi fanno da nave-scuola della Marina Militare Italiana, che ho potuto ammirare rispettivamente nel porto di Taranto e in quello di Brindisi: sto parlando della “Palinuro” e della “Amerigo Vespucci”.

Qui siamo a Taranto, di fronte al castello, nell’estate 2013…

Navi Storiche nei porti del Salento

Costruita nei cantieri di Nantes (Francia) e varata nella primavera del 1934 con il nome Commandant Louis Richard, la “Palinuro” venne adibita alla pesca e al trasporto del merluzzo nei banchi di Terranova. Nel 1951 venne acquistata dall’Italia per affiancarla all’Amerigo Vespucci nel ruolo di nave scuola, in sostituzione dela “Cristoforo Colombo”, ceduta all’Unione Sovietica in conto riparazioni danni di guerra.

La nave venne avviata ai lavori di trasformazione per essere adibita a nave scuola per gli allievi sottufficiali nocchieri e motoristi. Al termine di questi lavori, la nave entrò in servizio nel 1955 e fu ribattezzata Palinuro, in onore del mitico nocchiero di Enea, di cui racconta Virgilio nell’Eneide. Il motto della nave è Faventibus ventis (“Col favore dei venti”). La Nave ha inoltre effettuato una sosta manutentiva presso l’Arsenale di Messina nel 1984 – 1985, ad oggi gli ultimi lavori di ammodernamento svolti.

Durante la sua attività, dal 1955 ad oggi, la Palinuro ha toccato la maggior parte dei porti del Mediterraneo, del Mar Nero e del Nord Europa e si stima che abbia percorso più di 300 000 miglia nautiche (fino al 2016), più o meno quindici volte il giro del mondo.

E’ lunga 69 metri per una larghezza di 10, e raggiunge una velocità di 15 km orari. Il più alto dei suoi alberi raggiunge i 35 metri di altezza.

Qui siamo invece nel porto di Brindisi (4 ottobre 2018), davanti alla nave “Amerigo Vespucci”. Fu progettata  nel 1930, riprendendo i disegni del veliero “Monarca”, l’ammiraglia della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, poi ribattezzata Re Galantuomo (foto sotto, proveniente dalla pagina di Wikipedia) quando fu requisita dalla Marina sarda dopo la conquista delle Due Sicilie e la conseguente nascita del Regno d’Italia.

La Real Marina delle Due Sicilie era all’avanguardia tra gli Stati italiani preunitari e le sue navi, assieme a quelle liguri, costituirono il primo nucleo della flotta militare italiana, come si può notare nel Museo navale di La Spezia. I progetti ricopiati erano dell’ingegnere navale napoletano Sabatelli ed erano custoditi a Castellammare di Stabia insieme alle tecnologie necessarie alla costruzione di questa tipologia di imbarcazione. Il prototipo fu costruito interamente dal modellista navale ufficiale dei Cantieri Navali stabiesi Michele Filosa (anche maestro orafo).

La nave-scuola fu varata il 22 febbraio 1931. Il suo compito fu quello di affiancare la Cristoforo Colombo nell’attività di addestramento, e venne inquadrata nella Divisione Navi Scuola insieme alla Colombo e ad un’altra nave minore, facendo varie crociere addestrative nel Mediterraneo e nell’Atlantico.

Il motto della nave è “Non chi comincia ma quel che persevera” ed esprime la sua vocazione alla formazione ed addestramento dei futuri ufficiali della Marina Militare. I precedenti motti sono stati: “Per la Patria e per il Re”, sostituito nel 1946 con “Saldi nella furia dei venti e degli eventi”.

È un veliero che mantiene vive le vecchie tradizioni. Le 26 vele sono ancora in tela olona (un tipo di tessuto grezzo, pesante e molto resistente ad armatura a tela con riduzione molto fitta), le cime sono tutte ancora di materiale vegetale, e tutte le manovre vengono rigorosamente eseguite a mano; ogni ordine a bordo viene impartito dal comandante, tramite il nostromo, con il fischietto. L’imbarco e lo sbarco di un ufficiale avviene con gli onori al barcarizzo (l’apertura del parapetto di una nave, attraverso la quale si accede al ponte dall’esterno, mediante una scala o una passerella) a seconda del grado dell’ospite.

E’ lunga 101 metri e larga 15,56 metri. Raggiunge la velocità di 19 km orari. L’albero più alto raggiunge i 54 metri. In occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960 trasportò via mare la fiamma olimpica dal Pireo a Siracusa. Mi piace accostarla, qui, alla fedele riproduzione di un’antica nave trireme ateniese…

La visita nel porto di Brindisi ha destato l’entusiasmo di appassionati e gente di ogni tipo. Vederla dal vivo, muove certamente meraviglia. Come accadde nel memorabile incontro del 1962, in pieno Mediterraneo, fra l’Amerigo Vespucci e la portaerei americana USS Independence: la nave statunitense lampeggiò  con il segnalatore luminoso: “Chi siete?”. Alla risposta: “Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana”, dall’ammiraglia americana la risposta fu: “Siete la più bella nave del mondo”.

(L’immagine con la portaerei americana è tratta dal sito web Vanilla Magazine. Le notizie invece da Wikipedia)

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