Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Le segrete del castello di Gallipoli

Le segrete del castello di Gallipoli

Le segrete del castello di Gallipoli custodiscono un affascinante panorama di graffiti, quasi del tutto sconosciuto ai più, che alimenta il fascino unico di questa fortezza e di questa straordinaria città, posta nel cuore del Mediterraneo, crocevia di genti, mercanti e navigatori.

In quello che, probabilmente, doveva essere il carcere del castello, si trova una lunga serie di testimonianze, così come abbiamo visto a Maglie  o Lecce, e in diversi altri castelli o palazzi, che ci introducono attraverso uno squarcio temporale in un mondo lontano e dimenticato.

Le segrete si trovano sotto una delle torri del castello…

Le segrete del castello di Gallipoli

…bisogna scendere diversi metri nelle viscere del castello…

Le segrete del castello di Gallipoli

…attraverso stretti corridoi densi di un’aria dove il tempo pare essersi fermato.

Le segrete del castello di Gallipoli

Lungo le pareti di quest’ultima gradinata si apre un mare sulle pareti di queste mura…

…che mostrano una lunga serie di navi graffite.

Per evidenziarne meglio i tratti, ho ricalcato la mano del disegnatore dell’epoca sulle mie fotografie… ed ecco che velieri e potenti vascelli ricompaiono dal nulla…

Sono tutte navi molto grandi, ma questa è in assoluto la più grande che ho mai visto, alta circa 1,70 m prende tutta la parete!

Tanto che, sulla stretta scala, non riesco a fare una foto di insieme del soggetto!

Un soggetto molto interessante, che mostra a poppa della nave una torretta ed una bandiera issata e sventolante.

Questa nave qui sopra, invece, sembra avere a prua due bocche di cannone, ed è stata colta nel momento in cui bombarda! Non mi era mai capitato di vederne una così! Forse rappresenta la testimonianza oculare (e quindi anche il grande dispiegamento di navi) di chi visse la tremenda battaglia del 1484, che vide la presa della città da parte dei Veneziani. Un ricordo epico, una pagina di storia cruenta, che vide pochi uomini, ed anche donne, male armati e con pochi mezzi, opporsi con coraggio alla potente flotta veneta, andando comunque incontro alla sconfitta. Molti di quei gallipolini conobbero certamente il carcere per via dei conquistatori. Uno scorcio di storia cittadina che questi muri avrebbero tramandato ai posteri con lo stesso ardore dei gallipolini di allora.

Qui invece c’è il ritratto di un singolare personaggio…

Le segrete del castello di Gallipoli

…sembra avere un mascherino sugli occhi, oltre al cappello in capo.

Molto interessante anche questa iscrizione, anch’essa molto grande, di cui ancora di più occorrerebbe fare uno studio approfondito per provare a decifrarla…

Le segrete del castello di Gallipoli

…sembra iniziare con IHS (o in alfabeto greco ΙΗΣ), una sigla che compare per la prima volta nel III secolo fra le abbreviazioni utilizzate nei manoscritti greci del Nuovo Testamento. Essa indica il nome ΙΗΣΟΥΣ (cioè “Iesous”, Gesù, in lingua greca antica e caratteri maiuscoli). In principio, quindi, le lettere H e S erano rispettivamente una eta e una sigma dell’alfabeto greco. La sigla è spesso abbinata a XPS per “Christos”; le due sigle sono costruite in modo analogo, utilizzando le prime due lettere e l’ultima del nome, perciò la S è l’ultima lettera del nome Iesus e non la terza, come spesso viene affermato. Questo ambiente è tutto da studiare! Ringrazio di tutto cuore i cari amici Luigi Orione e Raffaela Zizzari (i gestori del castello), che mi hanno concesso di varcare un ambiente che oggi per motivi di sicurezza non è accessibile al pubblico. Lo condivido qui con tutti voi, perché spero un domani possa essere fruito come il resto di questo magnifico maniero: gli amici hanno accompagnato qui anche un archeologo, il prof. Campodonico (direttore del Galata, Il Museo del Mare di Genova, il più grande del Mediterraneo ed uno dei più moderni d’Italia) che ha datato le navi graffite al XV secolo. Forse non è dunque azzardata la mia idea legata alla presa dei Veneziani di fine Quattrocento. Ma molto c’è da approfondire, e da fare, per restituire al mondo anche questa parte fascinosa di questo castello senza tempo!

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