Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website La cripta delle navi a Otranto

La cripta delle navi a Otranto

Lo scenario incantevole della Valle dell’Idro a Otranto è costellato di cripte scavate dall’uomo nella roccia. Alcune furono chiese, altri luoghi ancora in corso di studio, altri ancora luoghi di passaggio da tempo immemorabile.

Uno di questi è certamente quella che chiameremo la “cripta delle navi”, e scopriremo facilmente perché…

L’accesso è un pò nascosto dalla vegetazione. Questo vano si trova a ridosso di un costone roccioso circolare, alle cui spalle si trova la più nota “cripta del turco”, dove resiste ancora il graffito di un ricordo che forse ha a che fare con la storia più tragica di Otranto, quella dell’assalto turco del 1480.

Entrando, si nota subito la parete di fronte interamente graffita, su cui spiccano le iscrizioni “IHS” con la croce soprastante, che è un simbolo del Cristo. Ed altre non facilmente leggibili.

Sulle pareti laterali risaltano invece, enormi, alcune navi graffite che sembrano quasi muoversi, fluttuare sulla roccia come sulle onde del mare…

Sono disegni essenziali eppure ben delineati, come fatti da una mano che aveva dimestichezza nella rappresentazione di questi soggetti.

Ho fatto uno schizzo sul posto, per rendere meglio la planimetria del piccolo ambiente, caratterizzato da un lungo sedile scavato anch’esso nella roccia, che corre tutto intorno all’ambiente, e che chissà quanti pellegrini ha accolto nel riposo di una piccola sosta o una notte prima di riprendere il viaggio.

Si scorgono navi graffite anche più piccole, che solo avvicinandosi alla prete si riesce a distinguere.

Qui sopra è la visione dall’interno, verso l’ingresso. Si notano due stipi scavati nella roccia, lateralmente, uno più grande dell’altro.

Questo è il lato sulla sinistra, appena entrati nella cripta. Un grande stipo copre quasi metà della lunghezza della parete.

Ogni centimetro della cripta è stato graffito: qui sopra notiamo la nave rappresentata proprio sull’accesso, sulla destra.

Altre navi, rappresentate stavolta in modo schematico…

…e poi, qui sopra, un omino, che sembra avere in mano un’arma, forse una spada, tesa verso l’alto con fare minaccioso.

Un’altra nave, posta quasi al livello del suolo…

E qui sopra un’altra figura, sembra un animale, forse un cavallo.

Questo è l’angolo sulla destra, entrando. Replicato come l’altro.

Un piccolo mondo antico, a cui la Valle dell’Idro ci ha abituato, e che ci mostra come questo luogo fosse intensamente frequentato sin da epoche remote, e la roccia diventasse la migliore alleata della gente che aveva bisogno di un riparo. La peculiarità delle gran quantità di navi graffite presenti qui dentro mi ha riportato alla mente quanto in Salento questo simbolo accompagnasse i viandanti, abituati a vedere vele sul mare adiacente (per gli interessati trovate QUI la mia ricerca completa delle navi graffite sulle rocce in Salento), dall’Adriatico allo Jonio. Ringrazio l’amica Ada Cancelli che per prima mi segnalò questo luogo incantevole.

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