Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website La statua dell’Atena di Castro

La statua dell’Atena di Castro

“E di ver l’oriente un curvo seno, in guisa d’arco, a cui di corda in vece sta d’un lungo macigno un dorso avanti, ove spumoso il mar percuote e frange. E sopra il porto, lunge dal lito è il Tempio.

Ivi smontati, quattro destrier bianchi più della neve, che pascevano il campo, al primo incontro per nostro augurio avemmo”… E’ Enea che racconta, tramite la divina penna di Virgilio nel terzo canto della sua Eneide, lo sbarco dell’eroe troiano in Italia, in fuga da Troia in fiamme. Ci ritornano alla mente ed al cuore queste righe, dopo la preziosa scoperta avvenuta in Castro, sul sito che il prof Francesco D’Andria indica come il luogo in cui Enea avvistò il Tempio di Minerva, e i grandi cavalli bianchi che trottavano al pascolo. E’ qui che è riemersa la divinità. Dalle dimensioni del tronco, la statua, con addosso una veste finemente drappeggiata, doveva essere alta quasi quattro metri, databile al IV-III secolo a.C. La scoperta di questa statua si affianca a quella ritrovata dal Prof. D’Andria nel 2009. Si tratta di una statuetta di Atena in bronzo, vestita con l’elmo frigio. Un reperto databile IV sec.a.C. Anche la statua è una divinità troiana. Il braccio sinistro teneva la lancia, quello destro, è appena abbozzato perché era originariamente nascosto, in quanto teneva uno scudo. Si trovava 6 metri sotto terra, seppellita ritualmente, dopo la distruzione del santuario ad opera dei Cartaginesi. La scultura è realizzata in un blocco di pietra leccese, proveniente da una cava presso la città messapica di Vaste. Gli studiosi hanno trovato tracce di colore giallo, che in origine colorava i capelli della dea, descritta da Omero bionda e con gli occhi azzurri. Ma molti altri dettagli della scultura sono ancora da chiarire. Magnifica la resa del peplo, il vestito della dea, che la morbida pietra leccese ha consentito di realizzare agli scultori tarantini. Il primo frammento di questa statua fu rinvenuto nel 2015, mentre nel 2022 il secondo. Manca ancora la testa della divinità, ma gli archeologi ce la metteranno tutta per ritrovarla!

ALESSANDRO ROMANO (chi sono)

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