Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website La cripta della Madonna della Consolazione

La cripta della Madonna della Consolazione

La cripta della Madonna della Consolazione è tornata a nuova vita, nel cuore del centro storico di San Cassiano, piccolo borgo del Salento meridionale che con amore per il proprio territorio si è impegnato per ottenere il finanziamento per il salvataggio del monumento, attraverso due progetti presentati alla Regione Puglia. Era dal 2011 che la cripta era inagibile,

una costruzione esterna gravava su di essa e ne aveva pericolosamente minato la volta. Una volta acquisito il suolo, si è provveduto ad abbattere ogni struttura sorta in superficie, scongiurando così il crollo del secolare tempio rupestre. Poi, messa in sicurezza la cripta, è seguito lo studio per un migliore recupero migliore possibile degli affreschi sopravvissuti, già guastati da umidità, incuria e utilizzo di materiali inidonei al mantenimento.

E’ stata anche chiusa al traffico delle auto la strada che passava accanto…

…e così, tornare a San Cassiano è stata per me una splendida gioia!

Come detto, l’ultima volta che la visitai era il 2011…

…e questa era la situazione (sopra): una foresta di pali a sostenere una volta pericolante.

La cripta della Madonna della Consolazione a San Cassiano

Ora, le colonne che sin dalle origini sostenevano la chiesa rupestre, in parte lesionate gravemente, sono state adeguatamente rinforzate.

Così, eccomi di nuovo davanti a Lei, la Madonna della Consolazione…

…la cui icona è stata poi circondata in epoca barocca da un altare, come il nuovo gusto richiedeva.

La cripta risale risale ai secoli XI-XII. E’ scavata interamente nel banco roccioso e possiede una struttura basilicale a tre navate, con due absidi presbiteriali e nicchie laterali pseudorettangolari. Gli affreschi delle pareti, di cui purtroppo ne sono rimasti pochi, vanno dal XII al XVI secolo.

Qui sopra vediamo due raffigurazioni della Madonna con Bambino…

…con accanto Santa Caterina, con la palma del suo martirio, che fu appunto la ruota della tortura.

Siamo davanti ad affreschi di fine Cinquecento…

Sopra una delle colonne portanti, si intravede ancora bene Santa Lucia, riconoscibile invece per gli occhi che reca in quel contenitore (le furono strappati, nella sua tortura).

Qui sopra siamo invece in un settore purtroppo molto rimaneggiato. A prima vista mi sembrava il classico San Giorgio che trafigge il drago…

…invece pare sia San Teodoro.

Qui sopra c’è un’altra santa che reca la palma del martirio, ma non sono ancora riuscito ad identificarla…

Qui sopra si legge l’iscrizione latina “ego sum lux mundi”, io sono la luce del mondo: rappresentava il Cristo.

Altri santi nascosti dal degrado…

…e altre prospettive, della cripta.

Guardando verso l’alto, nella raffigurazione di questa nicchia, si può apprezzare quello che doveva essere in origine un cielo stellato.

Lungo le pareti corrono diverse piccole nicchie nelle quali erano allocate le candele per l’illuminazione.

Un ultimo sguardo a quella Madonna con quello sguardo fisso che tanto era caro alle raffigurazioni bizantine…

…ma anche un giro per il paesino ricorda la sua storia, la sua comunità che lo abitava in epoca medievale: qui, accanto alla chiesa della Congrega della Vergine Assunta…

…è ancora visibile il vasto affioramento roccioso con le tombe degli abitanti che qui vissero. I loro eredi hanno avuto cura delle loro ultime vestigia.

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