Un viaggio in Cina del mio amico fraterno Ottavio Carbone, raccontatomi via whatsapp dall’altro capo del mondo, è diventato un bellissimo e fresco reportage che forse meglio del più classico racconto riesce ad emozionare il viandante del web che ora capita su questa pagina.
La passeggiata parte da Changsha (長沙, 长沙 Chángshā, Chang-sha), capoluogo dell’Hunan, una provincia della Cina centro meridionale. Una megalopoli che copre un’area di 11.819 chilometri quadrati, con una popolazione di 6.017.600 (nel 2003) di abitanti. Precisamente dal Changsha Museum, nella sezione di Storia della città.
Il Museo mostra un’impressionante sequenza di ricostruzioni scientifiche del passato di questa terra…
La città è bagnata dal Xiangjiang, il maggiore affluente del fiume Yangtze, che storicamente ha sempre avuto grande importanza per lo sviluppo della regione…
Le ricostruzioni degli scambi commerciali che avvenivano lungo il fiume sono eseguite con la perizia dei migliori presepi Napoletani!
Gli studiosi hanno trovato molti siti archeologici del medio e tardo neolitico a Changsha. Essi, ampiamente distribuiti tra montagne e fiumi, appartengono a diversi periodi, a testimonianza che il territorio fu abitato sempre ed ininterrottamente. L’agricoltura primitiva era incentrata sulla raccolta del riso, la zootecnia incentrata sulla produzione della ceramica e sulla tessitura, e grazie a queste attività si sviluppò ininterrottamente il progresso di questa antica civiltà.
Frammenti di vasellame e utensili vari. La vallata in cui sorge Changsha, attraversata da un fiume enorme, sembra abbia restituito testimonianze della presenza dell’uomo risalenti già a 150.000 – 200.000 anni fa.
L’abitato è cresciuto nei secoli…
…diventando un’imponente città fortificata.
Qui sopra, un plastico che rappresenta la citta’ come si presenta oggi! Una sterminata selva di grattacieli.
Una ipotetica ricostruzione di Changsha su come poteva apparire durante una delle iniziali fasi storiche. Ricorda molto lo schema usato dai Romani.
Qui siamo presso l’Hunan Provincial Museum, che raccoglie un po’ di storia di questa provincia Cinese. Sembrerebbe che nel 1972 fu scoperto un complesso di tombe interrate contenente le sepolture di tre personaggi della stessa famiglia: il governatore di questa regione, la moglie ed il figlio. Le tombe non erano state mai profanate. Fu una scoperta sorprendente per lo sterminato numero di oggetti ritrovati in ottimo stato di conservazione. Fu attirata l’attenzione dei media internazionali e furono chiamati i migliori archeologi cinesi per la campagna di scavo.
Qui sopra, una ricostruzione di una delle tombe all’interno del museo. Per renderci conto delle dimensioni della tomba, questa foto e’ stata fatta dal terzo piano dell’edificio, e si notano le persone al suo interno.
Qui sopra, la parte terminale della tomba che si vedeva dal terzo piano, con le persone attorno che camminano.
Parte del corredo funebre che comprendeva anche gli attrezzi per fare i liquori, tutto l’occorrente per la toilette (profumi, pettini, sapone). Perfino, una batteria di pentole e vasellame vario.
Il viaggio del mio amico Ottavio prosegue, toccando aspetti della vita della Cina di ogni giorno, in particolare è stato ospite di un medico che pratica medicina tradizionale cinese. Questo è il suo studio.
In casa hanno una stanza dedicata esclusivamente alla preparazione del tè.
Nella stessa stanza uno scaffale contiene le teiere e le diverse varietà di tè. Questi blocchi incartati contengono “panetti” di tè.
La moglie del medico gli ha mostrato il giardinetto con le verdure che coltivano.
Nella sala dove vengono ricevuti gli ospiti, non può mancare una riproduzione della Grande Muraglia!
Il mobilio con le immancabili pietre di Giada.
Ed ecco qui, il domus con moglie e figlio, che ha giusto da poco iniziato l’Università per seguire le orme del padre. Anche lui studierà Medicina Tradizionale Cinese!
La visita è proseguita in un luogo dove è stata ricreata una città tipica del periodo della dinastia Han. Incredibile la minuziosità nel ricreare gli ambienti. Qui sopra, una delle porte di accesso…
…i soldati di ronda sulle mura…
…un’edicola votiva…
…gli scaffali coi libri…
…libri fatti di listarelle di bambu’ che si srotolano…
I tamburi posti sulle mura della città che venivano usati per avvisare la popolazione in caso di imminente pericolo.
Tutto ruota attorno alla figura di questo combattente-eroe della Dinastia Han.
Queste ragazze sono di una minoranza etnica cinese (etnia Hu). In Cina si riscontrano tantissime e diverse caratteristiche somatiche, rispetto alla etnia Han (gruppo maggioritario in tutta la nazione). La loro bellezza e semplicità è disarmante.
Ringrazio di tutto cuore il caro amico Ottavio Carbone per questo reportage: con lui ci dilettavamo assieme già alla fine degli anni 80 del Novecento a studiare e scoprire realtà di mondi lontani. Sono certo che anche chi avrà letto questo articolo sarà rimasto contento!
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