Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Siracusa, il mondo Greco in Sicilia

Siracusa, il mondo Greco in Sicilia

I fasti dell’antica Grecia rivivono in Sicilia, a Siracusa. Tutto un piccolo mondo antico qui è sopravvissuto miracolosamente.

Il teatro, risalente al V secolo a.C. è il più antico teatro dell’Occidente. In epoca greca vi vennero rappresentate grandi tragedie e commedie. Eschilo vi presentò per la prima volta I Persiani e le Etnee. La cavea aveva un diametro di 138 metri, uno dei più grandi del mondo greco. La Via dei Sepolcri è una suggestiva strada lunga 150 metri che conduce alla cima del colle. Attraversandola si notano le alte pareti rocciose che la circondano da entrambi i lati e le edicole votive che vi furono scavate lungo tutto il tragitto. Siracusa avendo un’importante tradizione greca conosceva e praticava il culto degli Eroi che erano, in epoca antica, considerati dei “Semidei“. Questa strada mi ha fatto pensare al corridoio dell’ipogeo di Torrepinta, a Otranto, con le sue cellette scavate ai lati, lungo il percorso. Chissà se qualcosa non accomuna il pensiero di queste due vie, scavate nella roccia, una nel ventre della terra e l’altra sotto il cielo. Tornando a Siracusa, la Via è in salita e curva prima verso ovest e poi verso nord. Essa conduce nel punto più alto del Colle siracusano. L’anfiteatro Romano viene considerato come una delle realizzazioni edilizie più rappresentative della prima età imperiale romana. È in gran parte scavato nella roccia e per la costruzione della parte nord orientale si è sfruttato il pendio della balza rocciosa. L’anfiteatro ha dimensioni monumentali, lungo circa 140 metri e largo 120. La Grotta dei Cordari è un’altra, delle tante cavità artificiali presenti nel Parco archeologico della Neapolis. Proprio in questa grotta si narra che venissero rinchiusi i prigionieri del tiranno Dionisio I. Il poeta Filosseno di Citera, che contraddisse il tiranno pungendolo sulla sua scarsa vena poetica, venne rinchiuso diverse volte in questa grotta, dove compose la sua più nota opera intitolata Ciclope. Esiste però un dubbio se si trattasse dell’Orecchio di Dionisio o della Grotta dei Cordari. Tra la sterminata serie di tombe e sepolture, qui vi è la presunta Tomba di Archimede. Presenta in rilievo delle semicolonne doriche e sopra, sempre scolpito sulla roccia, un frontone a timpano. Gli archeologi hanno poi scoperto che si trattava semplicemente di un colombario romano. Il luogo dove si trova la vera Tomba di Archimede è tutt’oggi ancora sconosciuto…

ALESSANDRO ROMANO (chi sono)

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Siracusa

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