Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website La cripta delle croci a Veglie

La cripta delle croci a Veglie

Il panorama rupestre del territorio di Veglie è noto sopratutto per la cripta della Favana o i frantoi ipogei, tuttavia qui c’è ancora molto da indagare e approfondire, come dimostra la scoperta dell’architetto Flavio Vetrano, che nelle campagne vegliesi si è imbattuto in una cripta non censita, che in questi giorni il Comune sta provvedendo ad accatastare.

Per gli appassionati della “civiltà rupestre” è sempre un piccolo evento quando in Terra d’Otranto si scopre un altro ambiente simile, da lui in questo caso ribattezzato “cripta delle croci”.

La cripta delle croci a Veglie

Vi si accede dal classico “dromos”, il corridoio ricavato nello scavo…

…lungo le cui pareti si notano in serie diversi incavi, scavati anch’essi nella roccia…

Il suo scopritore ha rilevato tantissime croci graffite, non tutte facilmente visibili per via dei contrasti di luce…

…e dopo diverse comparazioni, anche con ambienti simili della zona di Matera, l’ha datata al XII secolo. All’ingresso c’è un primo ambiente, superato il quale si accede alla camera interna.

Qui sopra si vede una croce “potenziata”…

…mentre altre, come detto, si notano appena.

Nella camera più profonda, proprio al suo centro, si apre un foro nella volta… e da qui si nota già una croce graffita proprio al centro della parete.

La parete sulla sinistra, rispetto all’ingresso, mostra uno scavo ad arcosolio…

…qui sopra si nota meglio la croce della parete centrale.

Il pavimento è ricolmo di detriti e cocci, che sarebbe interessante sottoporre agli studiosi!

Visuale della prima aula, vista dall’interno.

Un ambiente spoglio, ma che personalmente mi ha fatto come sempre emozionare: queste erano fra le prime “chiese”, in ambito rurale, per gli abitanti della mia terra!

Il suo scopritore ha rilevato anche una strada carraia, una piccola tomba sul terreno soprastante la cripta, ed una grande vasca scavata nella roccia (sopra), tutto nel raggio di pochi metri rispetto all’ipogeo. Una nuova pagina di storia minima per il Salento!

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