Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Parabita e le sue Veneri

Parabita e le sue Veneri

Una città sotto il segno della divinità femminile, Parabita, che conobbe fin dalla preistoria i culti per la fecondità, ed in epoca Cristiana la grande devozione per la Madonna della Coltura. Segni del destino, di una comunità, che si perpetuano ancora oggi nella tradizione locale.

A Parabita la civiltà giunse molto presto, probabilmente già 80000 anni a.C., come dimostrano i reperti, vi erano i primi insediamenti. Il sito universalmente più famoso è quello della Grotta delle Veneri, situato in un’amena località dalla bellezza poetica.

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Nel 1965 in questa grotta furono ritrovate due statuette raffiguranti due donne in gravidanza, scolpite su osso di animale e risalenti a circa 14000 anni fa. Nella foto sotto vediamo la riproduzione custodita all’interno del MUSA (Museo Storico Archeologico di Lecce).

veneri di parabita

La grotta è chiusa alle visite. Dopo il crollo della volta antistante consiste in un unico ambiente, e un paio di cunicoli che si sviluppano nelle profondità della roccia.

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Le Veneri sono la testimonianza tangibile dei culti di una società matriarcale, di cui resta traccia anche in un altra cavità naturale, nota come la Grotta “te lu carottu” (cioè del buco)…

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Madonna te lu carottu

Ancora oggi a Parabita si racconta dell’usanza prettamente adolescenziale di affrontare il buco, posto all’interno della grotta, che fa da vaso comunicante tra due ambienti. Si tratta dell’antico rito del passaggio attraverso il foro, di cui nel Salento si ha un’altra traccia a Calimera, ma che dall’Occidente, fino all’Estremo Oriente giapponese, vede in ogni civiltà l’esistenza di questo culto propiziatorio, ben radicato nei cuori della gente.

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A Parabita, i ragazzini che non riuscivano nell’impresa di oltrepassare il foro, dovevano subire gli spietati e perpetui insulti dai loro coetanei, vita natural durante!

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Sopra un’altura che domina la zona si erge un villaggio dell’Età del Bronzo, che probabilmente è stata la prima Parabita, prima ancora della Bavota messapica…

parabita, parco archeologico

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Interessante notare (sopra) il cerchio entro cui secondo il prof. Aldo D’Antico era posta la “capanna del capo”, che era provvista di questa canaletta scavata nel banco roccioso che convogliava l’acqua piovana all’interno di una piccola cisterna. Tutta la zona del villaggio è disseminata di grossi buchi da palo scavati nella roccia.

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Poi venne l’Era Cristiana. Il territorio di Parabita è stato da sempre interessato dalle migrazioni dei monaci greci, ci sono state diverse cripte ipogee, affrescate, di cui oggi non rimane molto. Nella foto successiva possiamo ammirare uno scatto dell’archeologo Stefano Cortese, nella cripta del Cirlicì.

cripta del cirlicì

Ma il ritrovamento che rimase scolpito a fondo nel cuore dei parabitani risale senz’altro alla fine del 1300, quando un contadino che arava il suo campo, in contrada “Pane”, tirò fuori dalla sua terra un magnifico affresco di Madonna con Bambino…

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Madonna della Coltura

Venne denominata la Madonna della Coltura, non si sa bene ancora per quale motivo. Forse è una derivazione della parola greca “Collura”, che significa appunto “pane”, oppure da “Cuddhura”, antica unità di misura nel mondo contadino (ancora oggi usata da qualche anziano agricoltore, circa la sua “cuddhura te terra”). In ogni caso la relazione con la madre terra, l’umana e costante preghiera di buon raccolto, di fecondità, è radicata a fondo in questa storia.

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Il monolite (che a ben guardare potrebbe anche essere l’unione di due-tre conci) era in origine situato presso una laura bizantina, ma quando fu scoperto e portato nella chiesa matrice, fu ritrovato miracolosamente fuori il paese, il giorno dopo. I cittadini interpretarono l’evento come la volontà della Madonna di avere una casa proprio in quel punto. Così, nacque fra il 1300 e il 1400 una prima chiesa, giunta nei secoli ad essere l’attuale Basilica Santuario della Madonna della Coltura.

parabita

La chiesa matrice di San Giovanni Battista nasce sui resti di una chiesa del 1300, ampliata e ristrutturata nei secoli successivi.

Chiesa S. Giovanni

Chiesa matrice di San Giovanni Battista

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Chiesa di San Giovanni Battista, interni.

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Chiesa di San Giovanni Battista, interni.

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Chiesa di San Giovanni Battista, affresco esterno.

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Chiesa di San Giovanni Battista, la volta della sagrestia.

castello di parabita

Il trecentesco Castello degli Angioini

convento degli alcantarini

Il settecentesco Convento degli Alcantarini

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Una graziosa residenza rurale situata proprio all’uscita del paese, in direzione di Alezio…

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…dotata anche di una chiesetta e di un grande pozzo.

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Una visita in questo affascinante borgo lascerà senz’altro soddisfatto ogni tipo di visitatore!

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