Superata Maglie, direzione sud, si apre il Salento più profondo, ed i primi Comuni che si incontrano sono Botrugno e San Cassiano, piccoli borghi affascinanti e ricchi di storia, ognuno meritevole della visita per qualsiasi visitatore che passi da qui.
Cominciamo da Botrugno. Probabilmente di origine bizantina, il paese fu sconvolto (come altre zone) dal passaggio di Guglielmo il Malo, ma già alla fine del XII secolo la comunità si riprese, sviluppandosi attorno ad una piccola fortificazione. Successivamente questa fortezza fu trasformata in elegante dimora nobiliare, quella che si può ammirare ancora oggi.
Il Palazzo Marchesale è un edificio che risale al XIV secolo, più volte ripreso, ingrandito e ristrutturato nel corso dei secoli, oggi è forse il più grande del Salento, per superficie. L’interno vede tutte le volte affrescate.
Sempre all’interno del palazzo c’è una piccola cappella, in origine staccata isolata, in seguito inglobata dalla grande dimora, che custodisce pregevoli tele, che raffigurano il santo patrono, Oronzo, e San Francesco di Paola.
Sotto, particolare dell’acquasantiera con le effigie nobiliari.
Accanto al Palazzo c’è la chiesa della Madonna di Costantinopoli, costruita sul finire del 1500.
La chiesa della Madonna Assunta era in origine un’antica cappella di rito greco risalente al XIV secolo. Sino al XVIII secolo fu riconosciuta sotto il titolo di San Nicola, accanto al cui nome appare anche quello di Ecclesia Sanctae Mariae Angelorum e, in coincidenza con la nascita della Congregazione dell’Assunta, che nei registri parrocchiali è citata per la prima volta nel 1713, fu denominata Ecclesia Sanctae Mariae Assumptionis. L’antica cappella fu in parte demolita, ampliata e ricostruita nel 1726. Dell’originario edificio è rimasta solo l’abside, che mostra ancora affreschi trecenteschi: al centro è raffigurata, in piedi e con le braccia aperte, la Vergine con il Divin Figlio, di cui si intravede l’aureola che cinge il capo, il monogramma IC nel lato destro della faccia, e la piccola mano destra sollevata in atto di benedire tenendo chiuse tutte le dita, eccetto l’indice e il medio; nei compartimenti inferiori appaiono le due grandi figure di San Basilio e San Giovanni Crisostomo, vestiti con abiti episcopali e reggenti ognuno un cartiglio su cui sono riportati in greco due brani di un’orazione dello stesso San Basilio.
Recentemente, la zona a ridosso dell’abside è stata oggetto di scavi archeologici, che oggi sono stati nuovamente ricoperti.
E’ un monumento che investe la piccola cittadina di notevole importanza…
Appena fuori il borgo, sulla strada per Sanarica, si incontra la chiesa di San Solomo fu costruita dal barone Giacomo Maramonte nella prima metà del XV secolo.
All’interno è situato un riquadro nel quale sono visibili deboli tracce di colore di un affresco raffigurante San Solomo. Questo santo, assolutamente sconosciuto sia dalla Chiesa Romana che Ortodossa, nel basso Salento è presente anche nella cripta di Sant’Elena (Uggiano La Chiesa) e nella Basilica di Santa Caterina a Galatina. Nei secoli scorsi godette di una certa notorietà ed era festeggiato tre volte l’anno (il 20 maggio, il 21 giugno e il 18 novembre).
La chiesa matrice dello Spirito Santo fu costruita sul finire del 1500, ma due secoli dopo fu ricolma di bellissimi altari barocchi e rococò, di stucchi e tele preziose.
A Botrugno, come nel capoluogo Lecce, è viva la devozione per Sant’Oronzo, di cui vediamo qui sotto la rappresentazione del suo martirio, con la testa tagliata dai soldati romani.
Qui sopra, il menhir “Montebianco”, testimonianza dell’antica presenza dell’uomo in questo territorio. Un territorio che, come dicevamo, è adiacente a quello di SAN CASSIANO, che, come Botrugno ha avuto una spinta di crescita dalla distruzione della vicina Muro Leccese per opera dei Saraceni, intorno all’anno Mille. Un casale che si sviluppò dunque in età medievale, di cui resta un’evidente necropoli, proprio in pieno centro abitato moderno.
All’interno del Comune c’è una rara immagine del santo che da il nome al paese…
…oltre ad un bellissimo esemplare di orologio storico.
La chiesa Madre è dedicata a San Leonardo abate, risale al XVI secolo, come si deduce da una Visita Pastorale di Mons. Fabrizio De Capua del 1522.
All’interno, fra i suoi altari si può scorgere anche San Giuseppe da Copertino, nel suo famoso volo…
…un misterioso personaggio raffigurato a tre teste…
…il Cristo dell’estrema umiliazione…
…e poi una rara acquasantiera, con al suo interno un serpente… un’immagine dal significato profondo, per il cristiano che vi si avvicina…
…un’immagine che sinora ho ritrovato solo in Molise, nella foto qui sopra di Franco Valente.
Scavi archeologici condotti recentemente hanno portato alla luce un ampio cimitero medievale, segno che la chiesa sorge su un ben più antico luogo di culto cristiano.
Importante testimonianza del paese è la cripta della Madonna della Consolazione. Risale all’XI secolo, e gli affreschi in essa custoditi sono databili a poco tempo dopo.
(Clicca qui per il reportage completo sulla cripta)
Di come in paese fossero abituati a scavare la roccia per ricavarne ambienti comuni è questo locale oggi riadattato, che in origine era un frantoio ipogeo.
San Cassiano ha anche un Palazzo Ducale, eretto su una fortificazione del 1500, dotato di torri di avvistamento.
Il retro del palazzo mostra gli affreschi di gusto barocco che lo decorano (assieme ad una cappella interna) completamente.
Cappella di San Rocco…
…un santo particolarmente venerato, nel basso Salento.
In piazza insiste un grande palazzo nobiliare, di cui resta, anche se sbiadito dal tempo, lo stemma araldico dei suoi padroni.
Uno scrigno di tesori, che rendono questo scorcio di Salento, e il suo meraviglioso paesaggio rurale intorno, degno di essere vissuto. Ci torneremo presto, qui c’è da approfondire.
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