Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Nasce il primo Mulino di comunità della Puglia

Nasce il primo Mulino di comunità della Puglia

Avere un mulino con macine in pietra significa garantire la lavorazione di qualità dei cereali antichi per ottenere farine sane. Se quel mulino, però, è di comunità, allora la sfida è doppia: significa dare a giovani contadini l’opportunità di reinventare dal basso, collettivamente, le sorti di un pezzo di territorio. Nasce per questo la campagna di raccolta fondi

Il mulino di comunità”, che sarà il primo in Puglia. Il lancio ufficiale si terrà domenica 13 novembre, alle ore 10.30, a Castiglione d’Otranto, in zona Curteddhra, su via Vecchia Lecce (sede del Vivaio della Biodiversità), durante la quarta edizione di “Chi semina utopia raccoglie realtà”, la semina collettiva di cereali.

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L’iniziativa è voluta dall’associazione Casa delle Agriculture Tullia e Gino, che da anni si occupa di riconversione in agricoltura naturale di terreni abbandonati, ceduti in comodato d’uso gratuito. A sostenere la campagna è un’intera rete fatta di associazioni e piccoli produttori, coordinati da SalentoKm0, oltre che di semplici cittadini. L’obiettivo economico da raggiungere è ambizioso: 47.700 euro. Non si parte da zero: al momento, sono già stati raccolti 8mila euro. Il conto corrente su cui poter effettuare le donazioni ha questo codice Iban: IT47 E033 5967 6845 1070 0191 234. 

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Chi semina utopia raccoglie realtà

Per il quarto anno, si ripete il rito della semina collettiva dei cereali antichi, che si articolerà in due giornate, che godono del patrocinio dei Comuni di Andrano e Spongano. Sabato 12 novembre, l’appuntamento è alle 9 a Spongano,  dove l’associazione PresentèFuturo prosegue nel suo impegno di insegnare ai più piccoli l’approccio sui campi. Nel fondo Cetre, in zona More, gli alunni di terza elementare, guidati dagli agricoltori Donato Stefanelli e Filippo Paiano, semineranno su filare varietà di grano antico e moderno, per capire a fondo le differenze colturali e nutrizionali.
Domenica 13 novembre, alle 9, invece, piccini e adulti potranno ripetere l’operazione a Castiglione d’Otranto, dove verranno seminati con la tecnica a spaglio i grani  Senatore Cappelli, Gentil Rosso, Saragolla, Maiorca, Miscuglio Ceccarelli, oltre al farro monococco e dicocco.

Alle 10.30, sarà presentata la campagna “Il mulino di comunità – L’altra economia”, con un dialogo tra Angelo Salento, docente di Sociologia economica e del lavoro dell’Università del Salento; Francesca Casaluci, responsabile SalentoKm0; Donato Nuzzo, presidente Casa delle Agriculture Tullia e Gino. Seguiranno il pranzo del contadino e il concerto live di Alice Rolli (l’evento si terrà anche in caso di pioggia).

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Il mulino di comunità

Il mulino di comunità è la sfida che serve a chiude e rilanciare il ciclo di produzione e trasformazione di qualità dei cerali antichi nel Salento. Solo a Castiglione d’Otranto, Casa delle Agriculture ha sottratto all’abbandono 15 ettari, coltivati a farro, orzo e grani, oltre che a canapa e ortaggi, con metodi rigorosamente naturali. Ma ovunque, ormai, spighe considerate scomparse fino a qualche anno fa hanno ripreso a spuntare, grazie all’impegno di contadini lungimiranti. Tuttavia, l’assenza di un mulino collettivo, che sia punto di riferimento per tutti con equità di accesso, rappresenta un limite che rischia di inficiare lo sforzo della produzione. La gestione sarà affidata ad un’azienda agricola di nuova costituzione, braccio operativo dell’associazione. Questo consente di creare, oltre a un servizio a costi sociali, anche opportunità di lavoro per giovani che hanno scelto di restare o tornare nella propria terra.

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L’investimento sulla salute

Non ha senso produrre cereali antichi se non si hanno gli strumenti per macinarli come si deve. Eppure, a questa operazione è collegata la risposta a molte patologie sempre più diffuse, celiachia in primis. I mulini a pietra, quasi completamente scomparsi sul territorio, sono l’unica alternativa per la produzione di farine di notevole pregio, poiché questo tipo di macinazione permette di conservare il germe, la parte più nobile del seme. Al contrario del metodo industriale, che lavora maggiori quantità di grano ma raffina, surriscalda e quindi impoverisce le farine di vitamine e proteine, l’approccio dolce delle mole al grano consente di rispettare maggiormente le caratteristiche fisiche e chimiche delle granaglie, consegnando farine meno fini, ma più ricche di vitamine, oli, enzimi, sali minerali.

I costi e le prospettive

Casa delle Agriculture ha provveduto a richiedere preventivi ad aziende specializzate (si vedano le schede allegate). I migliori hanno questi importi: 25.350 euro per mulino con macine a pietra (ditta Osttiroler Getreidemühlen, resa 100/140 kg/h), completo di macchina setacciatrice e trasporto pneumatico farina; oltre a 12.350 euro per impianto completo di decorticatura dei cereali (300-800 kg/h). A queste somme vanno aggiunti circa 10mila euro per la messa a norma del locale da 60mq con bagno, impianti elettrici e idraulici. La sede del mulino, anche questa concessa in comodato d’uso gratuito da un attivista, è nel cuore rurale di Castiglione, accanto alla cripta dello Spirito Santo e alla chiesetta della Maddalena, luogo storico in cui, ogni 22 luglio, in occasione della fiera, veniva fissato il prezzo dei cereali per tutto il circondario. Il totale da raggiungere è dunque di 47.700 euro.

Tiziana Colluto

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