Vincenzo Corrado è uno dei personaggi più amabili di Oria, una mente poliedrica, filosofo, letterato, ma anche un cuoco sontuoso,
che amava cucinare e far leccare i baffi agli ospiti alla corte di Michele Imperiali, principe di Francavilla, a palazzo Cellamare di Napoli, dove coordinava uno squadrone di maggiordomi e domestici. Nato nel 1736, è riconosciuto universalmente come il creatore della cucina mediterranea, che tanto successo avrà nei secoli, fino ai nostri giorni. A testimonianza di questo successo, già ai suoi tempi, fu il suo libro “Il cuoco galante”. Questo trattato di gastronomia fu pubblicato per la prima volta nel 1773. L’opera andò a ruba, un successo istantaneo e inaspettato, tanto che nel 1778 Don Michele Imperiali ne ordinò una seconda edizione che ebbe eguale successo. Intanto Vincenzo Corrado migliorò e ampliò il testo di questa opera e ne preparò una terza edizione che venne pubblicata nel 1786. L’opera fu sottoposta a 6 ristampe e diffusa anche all’estero. Dalla dedica si ricava la filosofia in cui credeva l’autore, che è di questo tenore: il “buon gusto nella tavola” inteso come “sano pensare”. Assolute novità introdotte da lui in cucina erano allora la patata, il pomodoro, il caffè e la cioccolata. La sua missione era il cucinare bene, con cibi sani e genuini, che consentivano persino di salvaguardare una buona salute, e a prova di ciò c’è la sua stessa vita, visto che Corrado visse cento anni, in tempi in cui era un vero caso eccezionale. Fra le sue mani sapienti, timo, origano, aneto selvatico, ortaggi antichi e nuovi (come pomodori e patate), arricchivano la pregiata mensa di ogni piatto e ricetta. Oria ha reso omaggio a questo straordinario personaggio, creando l’evento “L’oritano Vincenzo Corrado ‘Il cuoco galante’ nel secondo centenario della morte”: un prestigioso convengno, traboccante di preziose relazioni scientifiche sulla figura e le opere di Corrado, ma anche una cena “Corradiana”, nello stupendo scenario di Parco Montalbano, preparata da alcuni ristoratori e pasticcieri locali. I pranzi e le cene preparate dal Corrado erano un’esplosione di gusto ma anche di coreografia, per cui gli oritani gli hanno reso il giusto merito in una serata tale da riportarne in vita la sua memoria attraverso tutti e cinque i sensi. Le ricette proposte sono alcune tradizionali della cucina oritana che trovano riscontro appunto nei suoi testi. I commensali hanno potuto gustare pomodori all’italiana, gateau di patate, sartù di erbe selvatiche, fave secche alla bianca, petronciane all’italiana, orecchiette alla sabbia, sorbetto al primitivo, bocche da dama, pizza dolce alla ricotta e la scarpetta con un vino aromatizzato che è un’anteprima di una creazione che la si vedrà in commercio solo fra qualche mese. All’ombra del maestoso castello, affacciati da questo balcone privilegiato, abbiamo goduto un altro aspetto di questa straordinaria città, e dei suoi numerosi figli prediletti.
ALESSANDRO ROMANO (chi sono)
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