Nel 2022 visitai un angolo di Cavallino molto suggestivo, in località Sediolo, dove una cappella ed un’edicola votiva dedicate al Crocifisso
erano il punto di riferimento della comunità che qui viveva. Tre anni dopo, questi luoghi sono stati restaurati, e ci invitano alla visita, di un sito che la religiosità popolare ha molto amato, fino a tempi recenti. In tutta la Valle della Cupa, a partire da Cavallino, da Galugnano, e poi risalendo la Valle verso nord, a Lequile, a San Pietro in Lama, fino a Trepuzzi, il tema della morte di Gesù è stato sempre ripreso da edicole e piccole cappelle rurali, che i contadini della zona hanno avuto come punto di riferimento della loro comunità. Anche nel sito di Cavallino viveva in pianta stabile un gruppo di contadini, certamente alle dipendenze del marchese. Dalla mappa satellitare si può notare come nello spazio di poche decine di metri si trovino un’aia per battere il grano, una pagghiara per il ricovero di uomini e attrezzi, un imponente frantoio ipogeo per la produzione dell’olio, e nel centro di quest’area è stata eretta la cappella, adiacente ad una piccola abitazione, ed un’edicola votiva, sempre dedicata al Crocifisso, che si affaccia sulla strada che conduce al paese. Personalmente credo che il periodo in cui esse furono costruite e dipinte risalga alla prima metà del Seicento. E’ lo stesso periodo in cui furono erette le cappelle citate in precedenza nella Valle della Cupa, un momento in cui evidentemente le comunità rurali avevano questo comune denominatore. E in assenza di fonti circostanziate, abbiamo la presenza del frantoio, la cui caratteristica architettonica ci permette di datarlo proprio ai primissimi anni del 1600. I semi-ipogei di questo tipo, voltati a botte, si cominciarono a costruire proprio allora, come ci mostra anche la data del frantoio dei principi di Muro Leccese, sul cui ingresso campeggia proprio l’anno 1602. Anche quello dei marchesi di Cavallino risale certamente a quegli anni, per cui la presenza stabile di una comunità che qui viveva ci permette di ipotizzare facilmente anche la nascita dei luoghi di culto di quella gente. La cappella e l’edicola di località Sediolo sono state restaurate con i fondi del PNRR. Così, oltre alle immagini sacre, la cappella, dotata di un interessante sistema idraulico che incanalava le acque piovane, è stata salvata anche la piccola abitazione adiacente, di cui è stata ricostruita la copertura originale fatta da canne e tegole. Un piccolo mondo antico, nelle cui immagini, fra le essenze spontanee che le circondano, possiamo ritrovare gli antenati che qui hanno vissuto, amato e lavorato.
ALESSANDRO ROMANO (chi sono)
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