Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Aliano, un viaggio

Aliano, un viaggio

Giungere ad Aliano è qualcosa che non accade per caso, eppure, arrivati in questo borgo incastonato fra i calanchi,

questo paesaggio quasi astratto dell’anima della natura, di rocce molli e brulle che si fanno percuotere docilmente dal tempo, il caso stesso, e la volontà più forte, vengono meno come concetti. Il nome del paese deriva da un gentilizio romano, Allius, che qui aveva un grande podere. Data la vicinanza ai fiumi Agri e Sinni, sin dall’antichità fu centro importante di scambi tra la civiltà greca, etrusca ed enotria, come testimoniato da diverse scoperte archeologiche, i cui reperti sono ora custoditi nel Museo della Siritide di Policoro. Alcune fonti parlano di un borgo di pastori esistente nel 280 a.C. Tuttavia i primi testi in cui viene ufficialmente citato Aliano sono datati al 1060, anno in cui risale una bolla papale che attribuiva al vescovo di Tricarico l’amministrazione del borgo. Nell’VIII secolo le grotte situate nella zona di fosso San Lorenzo, già abitate nella Preistoria, ospitarono quella che lo studioso Cosimo Damiano Fonseca definiva “La Civiltà Rupestre”. Durante il Medioevo diverse famiglie feudali si alternarono nella gestione del borgo, tra cui i Sanseverino, i Carafa ed i Colonna. La chiesa di San Luigi Gonzaga, costruita in un’unica navata nel XVII secolo, è decorata da grandi tele dipinte dello stesso periodo della chiesa.. Il presbiterio è arricchito da un altare in stile barocco e da una statua lignea della Madonna Immacolata. del XVIII secolo. A sinistra dell’altare maggiore è custodita, in una nicchia, la Croce Processionale d’argento datata 1573, attribuita a Giovanni Perticari, il quale in realtà la fece solo realizzare per conto della Confraternita del Corpo di Cristo di Aliano. Al suo interno è custodita la Madonna col Bambino, opera lignea che fu realizzata probabilmente durante il 1400. Un paese così piccolo come Aliano offre al viandante diversi Musei, che arricchiscono notevolmente il visitatore a volte con sorprese inaspettate. Il Museo della Civiltà Contadina è collocato in un vecchio frantoio, nel quale sono conservati antichi manufatti della tradizione contadina. E’ un piccolo viaggio nella memoria delle genti del Sud Italia, da cui emerge la laboriosità, ed anche le tradizioni più folkloristiche, come le maschere tipiche del carnevale di Aliano. Sempre nel centro storico scopriamo il Museo “Paul Russotto”, pittore dell’espressionismo astratto americano, profondamente legato alla Basilicata (sua madre era originaria di Aliano, ma lui nacque a New York nel 1944 e morì in Florida nel 2014). Ad Aliano sono state donate 60 sue opere tra dipinti, collages e disegni realizzati tra il 1964 e il 2012, che ripercorrono mezzo secolo di lavoro svolto nell’ambito della Scuola di New York e della migliore ricerca formale americana. Qui ritroviamo altri esempi della tradizione carnevalesca locale, con le tradizionali maschere “cornute”. Ma devo confessare che una carezza particolare sul cuore l’ho ricevuta visitando il Museo storico “Carlo Levi”, dove ritroviamo documenti fotografici e pittorici dell’artista relativi al periodo di confino che egli visse qui, durante l’epoca fascista. Attraverso le foto d’epoca della gente che lui incontrava qui, sembra di rivedere eternati quei volti nelle sue opere. Ho visitato anche la casa dove era stato relegato. Nella storia recente di questo piccolo borgo non si può non ricordare Carlo Levi che qui ambientò il suo libro “Cristo si è fermato a Eboli”. Levi durante il regime fascista, negli anni 1935-36 fu condannato al confino in Basilicata a causa della sua attività antifascista. In quegli anni ebbe modo di conoscere la realtà di queste terre e della sua gente. Durante il confino, qui, richiesto ripetutamente dai poveri locali, Levi riprese ad esercitare gratuitamente la sua professione di medico venendo a conoscenza quindi in modo diretto delle misere condizioni dei contadini locali. Lo scrittore nelle sue ultime volontà espresse quella di essere seppellito ad Aliano “tra i suoi contadini”. Ho visitato il cimitero di Aliano: forse è uno dei pochi al mondo che si trova in altura, sovrastando il paesaggio benigno degli olivi e delle valli circostanti. Nel paese sono ancora intatti i luoghi descritti nel romanzo e nei vicoli sono impresse alcune frasi simbolo del libro. Levi ebbe qui l’occasione di scoprire un’altra Italia che era, appunto, quella contadina del Mezzogiorno. Ed ebbe il merito di far conoscere questa realtà ad un mondo intero che l’aveva dimenticata, abbandonata, ripudiata. Personalmente considero il suo erede spirituale il poeta contemporaneo Franco Arminio, che ha avuto il merito di creare il Festival della Paesologia, chiamato anche “La Luna e i Calanchi”, un evento immaginifico che si tiene ogni anno in agosto, qui, nel borgo e fra i suoi Calanchi. Celebra la “paesologia”, l’arte di raccontare i paesi e i luoghi come centri di vita e cultura legati al territorio e alla sua storia, percepiti non solo come spazi fisici, ma come centri di vita associata, profondamente legati alle loro radici. Qui si raccontano i paesi, le loro storie, si leggono poesie, si suona, si medita nel silenzio. Una sorta di comunità corale e utopistica qui si riunisce, confluendo da ogni dove, con l’intento di connettersi con il luogo e se stessi. Diventare una nuova comunità, sembra lo spirito che anima questo movimento, che trasforma il pensiero filosofico in un’esperienza collettiva e un atto di cura. Nel cuore del borgo si incontra la Casa della Paesologia, un’antica e umile dimora contadina, che oggi è diventata praticamente la fucina del Festival, dove persone illuminate, come Grazia Coppola, invitano e fanno affluire artisti e poeti da ogni dove, per tenere desta la fiamma di questo fuoco buono.
I Calanchi ci insegnano forse che dovremmo fermarci, qualche volta, ricavarci del tempo per restare immobili, a guardare il cielo sopra di noi. Ingentilire la nostra anima fattasi roccia nei tempi di oggi. E farci modellare dalla natura, dalla pioggia, dal vento. Tornare ad ascoltare le voci degli antenati, magari disimparare tutto ciò che come umanità abbiamo assimilato dopo secoli. E rinascere, dare vita ad una nuova stirpe.

ALESSANDRO ROMANO (chi sono)

© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e il dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a QUESTA PAGINA). Tutto ciò che compare sul sito, soprattutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene far cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it

Aliano, un viaggio

Leave a reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.