Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Oria medievale

Oria medievale

Una visita a Oria è un viaggio nella Storia. Rocca messapica, situata in posizione strategica, offre però anche un tuffo nel Medioevo di Terra d’Otranto, in un percorso che va ben oltre il semplice immaginario scatenato dalla visione del suo superbo castello o la tradizione del Palio, voluto da Federico II e ricreato in costume ogni estate. Oria ti riporta, letteralmente, indietro nel tempo.

Ed è quello che farà con noi anche questa volta, in questo piccolo reportage che ripercorre le sue tracce alto medievali ancora visibili. Il percorso comincia dal suo castello…

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…precisamente da una chiesa ipogea, che esisteva da prima ancora della costruzione del maniero che l’ha poi inglobata…

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…sotto quella torre che vediamo in fondo alla foto (sopra), attraverso una scalinata, si scende nella Oria nascosta…

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Chiesa dei Santi Crisante e Daria. Nel 1958 l’Agnello la identificò con la cattedrale del vescovo Teodosio (IX secolo d.C.) mentre negli anni 1980 Marina Falla Castelfranchi sottolineò la sua struttura architettonica del tutto simile ai modelli di Costantinopoli, in particolare la Nea Ekklesia (voluta da Basilio I, 880 d.C.)

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Si tratta di un raro esempio di chiesa alto medievale posta nel cuore della città, in condizioni ancora eccellenti, situata in una posizione che interessò sa sempre la sede vescovile e la relativa cattedrale. Purtroppo gli affreschi superstiti sono ormai pochi…

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…risalgono al 1200, tranne uno, seicentesco, che dimostra come la chiesa fosse ancora attiva, almeno fino al 1638.

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Per un certo periodo gli studiosi hanno creduto che questa chiesa fosse la cattedrale alto medievale più volte citata nelle fonti, solo che non combaciano queste descrizioni con le dimensioni della stessa e le sue caratteristiche architettoniche.

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Elementi, molto più grandiosi, come le stesse colonne poste proprio nel cortile del castello, o le tre grandi arcate inglobate nell’ampliamento del castello (foto sotto), fanno supporre che la vera cattedrale non esista più…

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…inoltre, il castello conserva al suo interno un architrave reimpiegato in un camino…

…che reca l’iscrizione dedicatoria di un edificio da parte del vescovo di Oria, Magelpoto, fra VIII e IX secolo…

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L’immagine in questione (sopra) è tratta da un documento dell’Emeroteca Provincia di Brindisi. Anche questa dimostra come gli elementi grandiosi descritti dalle fonti e quelli in parte visibili ancora oggi, non corrispondono alla piccola chiesa dedicata a Crisante e Daria, che senz’altro fungeva da chiesa semi-ipogea affiancata alla cattedrale sub divo, il tutto sfruttando alla perfezione le caratteristiche orografiche della collina: siamo infatti sull’acropoli della città.

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Tutto ciò nulla toglie al fascino di questa struttura, le sue cinque cupolette a tholos, che ricordano nella loro struttura molto ribassata quelle di S.Apollinare a Rutigliano…

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…inoltre, i recentissimi scavi lungo i terrazzamenti della collina stanno riportando alla luce il villaggio, praticamente coevo, che qui viveva insieme a questa chiesa… una probabile struttura abitativa di età bizantina…

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Si vedono i perimetri delle case…

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…qui sopra siamo, in primo piano, davanti all’ingresso di una casa, in secondo piano si nota la parvenza di una finestra, e sulla sinistra una piccola vasca…

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Qui sopra siamo invece nell’adiacente necropoli, posta a ridosso di queste strutture abitative: ci sono diverse tombe, sia per adulti che per bambini. In ognuna sono stati ritrovati i resti di diversi scheletri. Oria non aveva solo la sua cattedrale, in questo periodo: molte cripte si nascondono nel sottosuolo…

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Qui, stiamo scendendo nei sotterranei del Santuario di Sant’Antonio da Padova: siamo nella cripta di San Mauro.

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Molto particolare, conserva dei vani nella parete, che sembrano preposti ad accogliere i morti (come abbiamo visto già ad Oria nella cripta delle mummie)…

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L’ambiente accolse i primi monaci eremiti giunti in Oria, nel periodo alto medievale…

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Dopo la conquista Normanna del Salento, questa cripta, che in origine era dedicata a San Basilio ed accoglieva ovviamente il rito greco, fu abitata dai monaci benedettini, che la dedicarono a San Mauro.

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Qui il rito religioso fu officiato ben oltre il 1600. Sulle pareti si possono ancora osservare gli affreschi, quello centrale rappresenta San Mauro, alla destra vi è la cosiddetta Madonna del Melograno, di ottima fattura, mentre a sinistra vi è un affresco più piccolo che raffigura il Cristo coronato di spine, la Madonna di Costantinopoli e San Giuseppe.

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Sebbene non in ottime condizioni, queste pitture riemergono ancora vivide dal loro passato secolare…

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…il passato di una città, la cui visita non si potrà certamente mai concludere in una sola occasione. Oria è un mondo incredibile, tutto da riscoprire, valorizzare… e da vivere.

(che ringrazia di cuore l’amico Christian Napolitano, archeologo, e la Coop. Impact, per l’impegno da sempre profuso nella ricerca e la scoperta della storia di questa terra, e per gli scavi che sta attualmente conducendo a Oria, sotto la Direzione Scientifica della dott.ssa Assunta Cocchiaro per la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia)

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