Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Il Salento del freddo e delle neviere

Il Salento del freddo e delle neviere

Un’attività antica come il mondo è stata la raccolta della neve, poi affinatasi con la sua conservazione in apposite strutture costruite per lo scopo: il ghiaccio era l’unico rimedio, in certi casi, per cure mediche di casi particolarmente difficili, ed in tempi più recenti utilizzato dai ricchi per conservare alla meglio alcuni cibi. Anche in Salento, anche se la regione è storicamente

calda e dal clima comunque mite, si sviluppò questo commercio. Fin dal Rinascimento, specialmente fuori città, nelle masserie, vennero a costruirsi le cosiddette “neviere”.

neviera-di-lequile- Il Salento del freddo e delle neviere

Questa è una delle più grandi neviere salentine, si trova in territorio di Lequile. In Salento, fino a un secolo fa, nevicava molto più spesso, come testimoniano i numerosi graffiti che si trovano in giro per tanti paesini…

graffito-minervino

…che certificano sia il periodo che la copiosità delle nevicate. Sopra siamo a Minervino…

graffito-morigino

…e qui a Morigino. Ma anche se la neve non bastava, un libro del 1716 ci riporta queste righe: “Porto Sancataldo, al quale articolo dessi aggiungere, che la sua entrata dalla parte del castello è assai ingombra di scogli a fior d’ acqua, ma che le navi vi trovano sempre sicurezza contro i venti del primo e secondo quadrante. È pure da quel porto che gli abitanti dei vicini villaggi di Aramagna, e di Acquarica partono per andare in Albania e da colà trasportarvi la neve, della quale si fa grande consumo in questa remota parte d’Italia, colà in iscambio lasciandovi denaro o merce”. Sotto, la mappa dell’Archivio Congedo, mostra questo settore, ed il fantomatico paese di Aramagna (Aramano), dove gli abitanti di questa parte del Salento vivevano facendo commercio di neve.

2-2

Sino a metà Ottocento, la raccolta della neve era l’unico sistema per produrre il ghiaccio, il quale veniva impiegato per raffreddare le bevande delle famiglie più agiate e per la cura di febbri, ascessi e contusioni. La produzione del ghiaccio aveva inizio in campagna con la raccolta della neve. Poi, tramite appositi attrezzi in legno detti “paravisi” veniva battuta dagli “insaccaneve”, i quali calzavano sopra le scarpe dei sacchi di canapa legati all’altezza delle cosce per evitare durante il lavoro di sporcare il prodotto. Infine, il ghiaccio, creato dalla compressione della neve, veniva conservato della neviera.

Il Salento del freddo e delle neviere

Questa era una struttura scavata in parte nel banco roccioso, coperta da una muratura a volta. Sopra, c’era un’apertura, dalla quale veniva effettuato il carico dell’impianto. Vi erano in più una o due porticine laterali utilizzate per prelevare il ghiaccio. La camera era profonda anche più di due metri. L’isolamento era garantito da uno spesso strato di foglie secche, mentre la copertura esterna veniva isolata tramite uno strato di paglia e terriccio. Sul fondo dell’impianto vi era un canale di scolo che permetteva all’acqua di defluire fuori, evitando così di compromettere il prezioso materiale. Questo sistema ingegnoso permetteva la conservazione del ghiaccio per tutto il periodo estivo.

neviera-di-lequile-3

La neviera di Lequile, anche se in stato di abbandono, conserva accanto anche la casa del suo custode: ciò restituisce in pieno tutta la sua importanza e il suo valore…

neviera-di-lequile-4

…peccato che si sta rovinando tutta la sua copertura esterna, lastricata a dovere da grandi chianche in pietra leccese.

neviera-di-monteroni-1

Questo è un altro esempio, si trova presso Monteroni…

neviera-di-monteroni-2

Il ghiaccio, tagliato a blocchi avvolti in sacchi di tela, veniva trasportato su carretti o a dorso di mulo durante le ore più fredde della notte, per essere depositato nelle apposite cisterne, situate in città, dalle quali venivano fornite le varie botteghe che ne effettuavano il commercio. Un commercio che si sviluppò talmente tanto che vide la nascita di una gabella sulla neve, dal 1625 al 1870. Il prezzo della neve, che non poteva essere superiore a 3 “grana” (unità monetale del Regno delle Due Sicilie) per 80 kg, era comprensivo della gabella che l’appaltatore doveva versare al comune.

neviera-di-torcito-a-cannole

La storica masseria Torcito (Cannole), posta su un cruciale snodo stradale del Salento, era anch’essa fornita di neviera.

Anche masseria Macrì, in agro di Supersano, nei pressi dell’antico lago Sombrino, luogo soggetto a impaludamenti e rischi di malaria: l’unica rimedio per le febbri era il ghiaccio.

neve-sul-salento-5

Vi erano gare d’appalto, per la vendita della neve, gli appaltatori dovevano sempre essere garantiti da una persona del posto di indubbia moralità.

neve-sul-salento-3

Durante le ultime battaglie del periodo pre-unitario fra Piemontesi e Regno delle Due Sicilie, presso Gaeta, alcune fonti riportano che a seguito di una tregua fu permesso di aprire le neviere della zona, per utilizzare il ghiaccio nella curare dei feriti.

neve-sul-salento-1

In queste foto stiamo vedendo una copiosa nevicata “moderna”, ormai abbastanza rara in Salento, ad inizio di gennaio 2017.

neve-sul-salento-2

Fa effetto vedere le masserie salentine imbiancate: qui sopra Masseria Papa (in precedenza Masseria Le Moline, presso Lecce)…

neve-sul-salento-4

…il Santuario di Sant’Oronzo fuori le mura, a Lecce…

neve-sul-salento-6

…e qui sopra Torre Chianca. Ai primi anni del Novecento, la fornitura di neve è stata soppiantata dai frigoriferi. Le antiche neviere sono ormai abbandonate all’oblio degli uomini e della memoria. Questo piccolo viaggio, per non dimenticare un passaggio della storia di questa terra.

© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e del dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a questa pagina). Tutto ciò che compare sul sito, soprattutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene di voler cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it

seguici-su-FB

Il Salento del freddo e delle neviere

Leave a reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.