Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Efeso, meraviglia di Turchia

Efeso, meraviglia di Turchia

La nostra sirena a due code, a spasso fra le meraviglie del Mediterraneo, ci conduce questa volta in Turchia, ad Efeso, l’antica capitale romana dell’Asia, dopo la stessa Roma e Alessandria d’Egitto la città più importante dell’antico Mare Nostrum. Affacciata sulle isole greche dell’Egeo fu un centro commerciale e strategico molto importante. Il suo parco archeologico è oggi fra i più visitati del Mediterraneo.

Incastonata in un affascinante scenario naturale, ancora oggi custodisce un bellissimo teatro, e poi il tempio di Adriano, la Biblioteca di Celso e numerose terme, caratteristico scenario dell’età classica. Una passeggiata fra questi monumenti, anche se in parte angariati dal tempo e l’incuria dei secoli, non può che lasciare sbalorditi i visitatori.

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Efeso custodiva anche una delle Sette Meraviglie del mondo antico, che Pausania cantava come il più grande edificio dell’antichità, il tempio di Artemide. Oggi resta in piedi soltanto una colonna di questa grande opera, perché nell’anno 401 d.C. fu raso al suolo dal vescovo di Costantinopoli Giovanni Crisostomo.

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Tuttavia il senso di monumentalità della vecchia Efeso è ancora intatto!

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La città visse tutto il periodo della storia della grande Grecia, comprese le battaglie contro i Persiani, e l’arrivo di Alessandro Magno.

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Tantissime sono le bellezze archeologiche rimaste intatte, come questo mosaico pavimentale, ed una lunga serie di statue, altorilievi, bassorilievi, con soggetti di ogni tipo.

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A noi balza subito agli occhi questa grande sirena a due code, che, la vediamo meglio sotto, presenta quasi l’immagine di Medusa, il personaggio mitologico dai capelli di serpente!

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Efeso custodisce anche una storia molto suggestiva. Secondo la tradizione essa è stata l’ultima dimora in terra della Vergine Maria, madre di Gesù. Secondo i Vangeli, il Cristo affidò sua Madre a Giovanni, e dopo la Sua morte in croce e la successiva persecuzione degli apostoli, a Giovanni toccò la predicazione in Asia minore. A sostegno di questa teoria ci sono due prove: la tomba di San Giovanni, ad Efeso. Ed il Concilio Ecumenico di Efeso del 431, tenuto nella prima chiesa del mondo dedicata a Maria, per definirvi il dogma della Maternità Divina di Maria Santissima. I Padri del Concilio, parlando di Nestorio dicono: “…arrivato ad Efeso laddove il Teologo Giovanni e la Vergine Santa Maria Madre di Dio”…

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Infine si ha poi la tradizione orale, conservata fino ad oggi dagli abitanti ortodossi del villaggio di Kirkince, discendenti dell’originario insediamento cristiano. Essi venivano ogni anno in pellegrinaggio qui, per la festa della Dormitio Virginis, perchè avevano ereditato dai loro padri la certezza che Maria fosse vissuta ed infine morta in questo luogo. Un sito che essi chiamavano Panaghia Capulu. Un Santuario meta di pellegrini e visitatori.

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Vi è poi la storia della monaca agostiniana tedesca, Anna Katharina Emmerick, (1774-1824), nota per le sue doti sovrannaturali… aveva le stigmate, levitava, viveva estasi e bilocazione. Fra le sue descrizioni, tratte dalle sue estasi che un medico ateo poi convertito riportava per iscritto (fra cui alcuni momenti della Passione di Cristo), ci sono alcuni passaggi sorprendenti in cui ella descriveva in maniera incredibilmente precisa, non essendoci mai stata, Efeso, parlandone come della dimora finale di Maria…

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Fra il 1898 ed il 1899 alcuni archeologi austriaci, basandosi sulle visioni della monaca, cominciarono un’indagine e i loro scavi portarono alla luce una casa del I secolo che subito identificarono come quella della Vergine, dove Ella visse insieme a Giovanni Evangelista. Il luogo oggi si chiama Meryem Ana. Non lontano da Efeso si trova la caverna dei Sette Dormienti, un luogo legato sia alla tradizione cristiana che musulmana. Gli scavi hanno rivelato centinaia di tombe, per secoli i fedeli furono sepolti qui, dove una credenza ritiene sia sepolta anche Maria Maddalena.

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Un viaggio molto suggestivo, fra Storia Fede e Archeologia, per cui ringrazio di cuore l’amica Mariella Miglietta per le fotografie che mi ha concesso, e che ci hanno aperto uno squarcio in questo altro affascinante angolo del nostro inimitabile Mediterraneo!

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