Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Brizio Tommasi, poeta all’inferno

Brizio Tommasi, poeta all’inferno

Scoprii Brizio Tommasi molti anni fa, e come sempre accade per le migliori scoperte, casualmente, entrando in una casa ricca di umanità, a Calimera, nel cuore del Salento. Nato il 29-1-1920, era un carabiniere durante la Seconda Guerra Mondiale, quando fu catturato dai nazisti e deportato in un campo di concentramento, dove rimase per oltre due anni.

La sua testimonianza, completamente riportata in rima, con la dolcezza e insieme la potenza di un poeta, fu resa pubblica dai familiari, in un libro meno celebre di “Se questo è un uomo” o “Il silenzio dei vivi”, ma che merita di essere conosciuto ogni dove, per la sua originalità di composizione e la lucida ricostruzione di un sopravvissuto all’inferno.

“Un duro viaggio” è un inno alla vita, alle future generazioni, alla memoria, dedicato ai giovani che non conobbero sulla propria pelle l’orrore più grande, ma che debbono essere nutriti da questa conoscenza, per difendere un futuro dove gli abominevoli errori compiuti non abbiano a che ripetersi.

Brizio Tommasi, poeta all'inferno

Il racconto descrive tutto il viaggio di Brizio, per giungere al campo di concentramento, e la vita che ne seguì, che, come annota lui stesso, lo vide pesare infine 34 kg, la metà di quando era partito…

“Appena giunsi al mio scelto posto

di stucco rimasi, quando m’accorsi

che il mio faldello di roba deposto

ove lo lasciai più non lo scorsi.

E in quell’istante, molto arrabbiato,

odiai a morte quel ladro sfacciato.

Pensavo a tutto, è vero, ma non tanto,

quanto pensavo alla fotografia;

e quasi che vinto io fui dal pianto

a non veder più la Mamma mia

e, assieme, il padre e la mia sorella

oh… quanto, quanto per me era bella!”

Brizio Tommasi concluse così il suo racconto: “Ora mi scuso ai miei lettori. grandi e piccoli e d’ogni etate, non curatevi se ci sono errori, l’essenziale che il senso carpiate: con la mia quinta elementare, più di questo non potevo fare”. Un’autentica lezione di vita! Morì nel 1995, nella sua Calimera. Ringrazio calorosamente la sua Famiglia per il dono che mi hanno fatto di questo libro, di cui sempre appena posso ne divulgo la bellezza e l’autenticità, e il suo insegnamento.

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